Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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formare un “oggetto analitico” condiviso, sia l’introduzione da parte di Laplanche della nozione del transfert “in incavo” (1997, 662), mobilitato dalla relativa non reattività dell’analista, che riattiva la possibilità di risolvere di nuovo gli enigmi dell’infanzia. Scarfone (2010), con il suo concetto di passività o “passibilità” (“passibility”), ha esteso la riflessione sulla qualità dell’ascolto dell’analista. Un’altra corrente importante nell’evoluzione della psicoanalisi francese che ha avuto influenza in Québec è stata l’esplorazione degli elementi non classici del setting come supporto per la rappresentazione psichica e per la soggettivazione, specialmente nei registri infra- nevrotici: l’uso di pagamenti simbolici nell’analisi infantile (Dolto, 1982, 1985); la riflessione di Cahn (2002), Roussillon (2013), Donnet (1995) e altri sulla funzione metapsicologica della percezione visiva dell’analista nel lavoro analitico faccia a faccia. Anche la pratica nelle cliniche psicoanalitiche in Francia e in Québec è stata una fonte di innovazione della cornice di riferimento, in particolare rispetto al processo di valutazione (Kestemberg, 2012; Donnet & de M’Uzan, 2012; Lasvergnas, 2012; Reid, 2014), al pagamento da parte di terzi (Kestemberg, 1985, 1986), agli interventi alternativi che si ispirano alla psicoanalisi, come ad es. una specifica espansione della cornice nello “psicodramma psicoanalitico” da parte di Lebovici e Diatkine (Lebovici, Diatkine e Kestemberg, 1952) e di Gibeault (2005). Un altro risultato valido benché paradossale della teoria e pratica di Lacan è stato l’indagine critica da parte di Aulagnier (1969) e di altri sull’insidioso potenziale di abuso nel “setting” dell’insegnamento e del training negli istituti psicoanalitici. Infine, fra gli analisti nordamericani di lingua francese, si è sviluppata la concezione secondo cui il setting intensifica lo “stendersi” del linguaggio (Imbeault, 1997) in modo tale da rendere accessibile all’osservazione la logica inconscia presente in esso. VI. B. Specifici contributi e sviluppi Latino-Americani Nella psicoanalisi latino-americana, Horacio Etchegoyen (1986) e José Bleger (1967) sono gli autori più citati a livello internazionale riguardo alle questioni connesse al setting. A causa della diversità culturale e della pluralità di scuole che hanno influenzato le istituzioni psicoanalitiche latino-americane, nel Sud America non vi è un unico modo di affrontare l’argomento. È tuttora in corso un dibattito riguardo alla necessità di adattare la tecnica psicoanalitica alla società contemporanea. Etchegoyen (1986) propone un setting fermo sebbene flessibile che comprende un insieme di variabili che sono stabilite allo scopo di fornire una stabile cornice di riferimento che renderà possibile il dispiegarsi del processo analitico. Etchegoyen afferma che il setting rappresenta la realtà che è presente nella situazione analitica, e intende questa realtà come l’ambiente sociale che ci circonda. Egli crede che il processo ispira il setting ma non dovrebbe determinarlo. Fra i contributi brasiliani al concetto di setting, Fabio Herrmann è un importante pensatore che lo concepisce in termini di cornice (moldura). Gli analisti la istituiscono nella loro pratica clinica per evitare di perdere il loro metodo nel corso del processo analitico. Questa

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