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Scarfone (2010) ha esteso la riflessione sulla qualità dell'ascolto da parte dell'analista introducendo la nozione di ‘ transitabilità ’, con riferimento al concetto di ‘transfert in cavo’ di Jean Laplanche (1993), che definisce una forma di transfert in cui l'analizzando deposita inconsapevolmente la sua relazione attualizzata con l'enigma della sua infanzia. Questa forma di transfert è a sua volta depositato in un'altra ‘cavità’ della ‘invitante (seducente) neutralità’ dell'analista, volta ad aprire nuovi spazi mentali per l'analizzando. (Si vedano anche le voci: INTERSOGGETTIVITÀ, SETTING, TEORIA DELLE RELAZIONI OGGETTUALI, INCONSCIO, TRANSFERT, CONTROTRANSFERT)
III. TRADURRE LE TEORIE DI CAMPO NELLA PRATICA CLINICA
In questa sezione si discute di ciò che l'analista mette in atto effettivamente quando traduce in pratica clinica la teoria del campo. A tal fine, Andrea Celenza (2019, 2022) ha proposto una descrizione di due posizioni di ascolto che sono associate a differenti impostazioni dell’attenzione. Queste impostazioni si collocano a un livello di astrazione relativamente basso e sono vicine all'esperienza. Vengono definite come segue: 1) impostazione attenzionale diretta , finalizzata all'identificazione di schemi ripetitivi consci o inconsci; 2) impostazione attenzionale diffusa , ricettiva ai fenomeni emergenti allo scopo di elaborare la fantasia inconscia. Sebbene queste impostazioni attenzionali siano combinate nella pratica quotidiana, esse possono avere priorità diverse nei vari modelli teorici. Nella varietà dei modelli teorici del campo (ad esempio, la Teoria del Campo bioniana italiana o le varie terapie del gioco), viene privilegiata un’impostazione attenzionale diffusa . Nei modelli di teoria del campo, vengono facilitate anche particolari modalità di transfert e i loro sviluppi a seconda dell'intenzione e degli obiettivi nella mente dell'analista. Questi pattern attenzionali possono essere correlati a diversi tipi di transfert, richiamando materiale clinico di tipo diverso in relazione all’obiettivo dell'analista e/o alle fasi del trattamento. Le varie fasi di elaborazione della fantasia inconscia e il suo utilizzo illustrano l'uso di questa modalità di ascolto attenzionale diffuso. Queste due modalità di ascolto sono distinguibili a fini euristici, ma nella pratica clinica non sono così chiaramente separabili. In un determinato momento, potrebbe non essere possibile distinguere le due modalità di ascolto analitico, poiché esse tendono a oscillare tra loro. Quando una delle due modalità viene attivamente privilegiata in modo più duraturo, tuttavia, le differenze che emergono nel materiale clinico possono essere individuate e quindi coordinate con i diversi obiettivi analitici. Celenza usa volutamente il linguaggio delle impostazioni dell’attenzione per sottolineare l'azione propositiva e la configurazione di disponibilità dello stato mentale dell'analista, evidenziando quale sia la posizione dell'analista in un particolare momento clinico. Inoltre, questa terminologia si allinea con studi neurofisiologici contemporanei, che
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