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relazioni d’oggetto è ora collegato a una serie di concettualizzazioni che anticipano la formulazione del modello strutturale: il narcisismo (1914), il nuovo dualismo istintuale introdotto in Al di là del principio del piacere (1920), l’impasto pulsionale, la sublimazione, e l’identificazione (1921). Nel contesto di questo sviluppo concettuale la capacità dell'oggetto di influenzare la natura della struttura psichica viene così descritta in "Lutto e melanconia": "All’inizio ebbe luogo una scelta oggettuale (...) poi, a causa di una reale mortificazione o di una delusione subita dalla persona amata, questa relazione oggettuale fu gravemente turbata. L’esito non fu già quello normale, ossia il ritiro della libido da questo oggetto e il suo spostamento su un nuovo oggetto (…) la libido divenuta libera non fu spostata su un altro oggetto bensì riportata nell'Io. Qui non trovò però un impiego qualsiasi, ma fu utilizzata per instaurare una identificazione dell’Io con l’oggetto abbandonato. L’ombra dell'oggetto cadde così sull'Io "(1915, p.108). Il processo descritto in "Lutto e melanconia" - cioè l'alterazione dell'Io dovuta ad una precoce relazione d’oggetto a cui è seguita la perdita d’oggetto–in Psicologia delle Masse e Analisi dell'Io (1921) è considerato un fenomeno psicologico normale. Nonostante tali sviluppi concettuali, nella seconda teoria dell'apparato psichico Freud non riconosce alla nozione di relazione oggettuale un valore esplicativo maggiore che nella prima teoria topografica. Le implicazioni evolutive delle relazioni d’oggetto risultano tuttavia ulteriormente elaborate nell’Io e l’Es, con riferimento “all’erigersi dell'oggetto stesso nell'Io" (1923, p.492) La strutturazione dell'Io e del Super-Io dipende da una serie di perdite oggettuali. Freud esprime così la supposizione che: "il carattere dell'Io sia un sedimento degli investimenti oggettuali abbandonati, contenente in sé la storia di tali scelte d’oggetto" (1923, p.492). Le strutture psichiche con la loro storia evolutiva, retaggi di relazioni d’oggetto, si affiancano a pulsioni costituzionalmente determinate e ai loro destini o trasformazioni. Di conseguenza, gli effetti del Complesso di Edipo sulla strutturazione della psiche sono considerati in termini di identificazioni piuttosto che di investimenti abbandonati. II. C. Radici in Sándor Ferenczi e Otto Rank Andando oltre al problema delle relazioni d’oggetto nella teoria classica della pulsione, in cui gli oggetti sono creati dal soggetto a partire dall'esperienza di soddisfazione/frustrazione della pulsione, Sándor Ferenczi è stato uno dei primi analisti a riconoscere esplicitamente (i) che le relazioni oggettuali esistono dall'inizio della vita, e (ii) che le relazioni oggettuali possono essere trovate nelle strutture più profonde della mente (Haynal 1988, Kohon 1986). Insieme ai suoi fondamentali contributi alla teoria della tecnica clinica, basata sull'analisi di pazienti regrediti, l'enfasi posta da Ferenczi al fallimento ambientale precoce e al trauma infantile fa da sfondo allo sviluppo della teoria delle relazioni oggettuali nella scuola britannica di M. Klein, Fairbairn, Balint e Winnicott. (Vedi anche le voci CONTROTRANSFERT, INTERSOGGETTIVITÀ).
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