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Nella prospettiva Kleiniana attribuire intenzionalità all'energia psichica, alle pulsioni di vita e di morte, è possibile fin dall'inizio della vita: "l’amore e l’odio, le fantasie, le angosce e le difese sono attivi sin dal principio e sono indivisibilmente connessi ab initio alle relazioni oggettuali "(Klein 1952a, p.531). Secondo Klein: "l'Io introietta fin dalle origini oggetti 'buoni' e oggetti 'cattivi', il cui prototipo unico è il seno materno" (1935, p.297). A differenza di Freud, per il quale l'oggetto è sempre l'oggetto di uno scopo istintuale, Klein pone la relazione oggettuale come un determinante 'aggiuntivo' primario dell'azione umana (1952a, p.262). Ciò vale sia per l'amore che per l'odio, intesi come rapporti di forza deliberati ed intenzionali presenti fin dal principio. Nel caso dell'attaccamento libidico, Klein sostiene che: "i sentimenti di amore e gratitudine sorgono direttamente e spontaneamente nel bambino in risposta all'amore e alla cura di sua madre" (1937, p.64). Allo stesso modo, gli impulsi distruttivi sono intesi come una manifestazione di odio innato intenzionale e di invidia per l’oggetto buono onnipotente (1959, p.249). "Nei primissimi mesi di vita il bambino ha impulsi sadici diretti a divorare, svuotare del contenuto, distruggere…, non solo il seno ma anche l'interno del corpo della madre" (1935, p.297) Le nozioni Freudiane di ‘libido’ e ‘aggressività’ vengono ripensate come emozioni guida. In tal modo, Klein cerca di integrare la teoria delle pulsioni con la teoria delle relazioni oggettuali. La sua idea che le pulsioni siano fenomeni intrinsecamente intenzionali è infatti una teoria sull’origine e la natura dell'oggetto. Ciò solleva questioni che hanno a che fare con la costituzione della psiche in rapporto all'equilibrio tra fattori costituzionali e ambientali. L'equilibrio tra fattori interni ed esterni - cioè tra l’insieme degli elementi biologici e personali e la natura dell’ambiente primario- viene articolato in modi differenti nei vari scritti di Klein. Klein, attraverso una serie di argomentazioni coerenti, postula uno stato di: “consapevolezza inconscia innata dell'esistenza della madre" (1959, p.9); gli oggetti sono visti come intrinseci alle pulsioni e, in questo senso, abbastanza autonomi rispetto agli oggetti esterni, in particolare modo rispetto alla madre reale del bambino. La consapevolezza istintiva, o preconcezione innata, è intesa come: "la base per la prima relazione con sua madre" (1959, p.9). L'idea che i primi oggetti delle pulsioni siano in realtà estensioni delle pulsioni stesse, piuttosto che eventi relazionali reali, è supportata da due fattori. Innanzitutto Klein suppone che il desiderio libidico sia sempre desiderio di qualcosa (l'intenzionalità delle pulsioni), in secondo luogo, crede che le relazioni oggettuali siano stabilite in modo specifico da meccanismi intrapsichici come la proiezione e l’introiezione. "La prima relazione oggettuale del lattante si produce per proiezione, rivolgendo all’esterno libido e l'aggressività e impregnandone l'oggetto. Questo processo, a mio parere, è alla base dell'investimento oggettuale. Mediante il processo dell’introiezione l’oggetto primario è al tempo stesso assunto nel sé " (1952b, p. 537). La natura onnipotente della fantasia inconscia primitiva fa si che all'inizio, durante la posizione schizo-paranoide, l'oggetto esterno sia esperienzialmente indissociabile dall'oggetto introiettato, mentre la proiezione si traduce in qualcosa che viene sentito come una perdita reale di parti del Sé o del proprio mondo interno. Una sensazione di depersonalizzazione o frammentazione può derivare da un eccesso d’identificazione proiettiva, in quanto parti del Sé
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