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distruggere coloro che amano, e (ii) individui che diventano soggetti di una coazione ad odiare e ad essere odiati nel tentativo di allontanare i loro oggetti libidici (1940, p.50). In particolare, gli stati patologici e i meccanismi di difesa sono considerati alla luce delle differenti fasi e stadi di sviluppo delle relazioni oggettuali, comprese le fissazioni orali precoci e tardive: "il conflitto affettivo che sorge in rapporto alle relazioni oggettuali durante la fase orale precoce assume la forma dell'alternativa, "succhiare o non succhiare", cioè "amare o non amare" ... il conflitto che caratterizza la fase orale tardiva si risolve nell'alternativa, "succhiare o mordere", cioè 'amare od odiare' "(1941, p. 74). Il primo caratterizza lo stato schizoide, il secondo lo stato depressivo. Il problema distintivo dell’individuo è quello del saper amare senza distruggere attraverso l’amore o l’odio’. Il dilemma schizoide è vano: il bambino sente che è il suo amore ad essere colpevole. Al contrario, il dilemma depressivo è soggetto all'ambivalenza e al senso di colpa, dove si sente che è l’odio ad essere meritevole di condanna. A partire dal 1941 la psicopatologia viene rivista e si delinea in tipologie basate su quattro ‘tecniche’, intese come modi di manipolare gli oggetti ‘eccitanti’ e ‘rifiutanti’ formati nel corso della posizione schizoide. La natura delle relazioni oggettuali create durante lo stadio della dipendenza infantile determina quale delle quattro tecniche è impiegata - o la misura in cui ciascuna di esse viene impiegata - durante la fase di transizione tra dipendenza infantile e dipendenza matura. La tipologia comprende: (i) la nevrosi ossessiva, in cui sia l'oggetto eccitante sia quello rifiutante sono interiorizzati; (ii) la tecnica paranoica, in cui l'oggetto eccitante è interiorizzato e l'oggetto rifiutante è esternalizzato; (iii) la difesa isterica, in cui l'oggetto eccitante è esternalizzato e il rifiutante è interiorizzato; (iv) la posizione fobica, in cui sia l'oggetto eccitante sia quello rifiutante sono esternalizzati (1941). La scissione dell'Io è vista come il fattore sottostante a tutta la psicopatologia. La distinzione eziologica basata sulle difese contro specifici desideri istintuali (succhiare, mordere) dà luogo a una accurata teoria della psicopatologia delle relazioni oggettuali. Nel modello psicoanalitico proposto da Fairbairn è evidente quanto l’enfasi sia posta nell’affermare che i pazienti diagnosticati come "depressi" siano spesso "schizoidi"; i fenomeni dissociativi dell'isteria, per esempio, "implicano una scissione dell'Io fondamentalmente identica a quella che conferisce al termine 'schizoide' il suo significato etimologico" (1944, p.92, corsivo aggiunto; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). La generalizzazione diagnostica si estende sia alla "normalità" sia alla patologia sulla base del fatto che "i cattivi oggetti interiorizzati sono presenti ai livelli più profondi della mente di tutti noi" (1943, pp. 64-65; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T) Fairbairn (1952) ha criticato Klein per non aver mai spiegato in modo soddisfacente come le fantasie d’incorporazione orale dell’oggetto possano dare origine a strutture endopsichiche interne. A suo avviso, fino a quando non sarà fornita una spiegazione, tali oggetti interni non possono essere considerati vere e proprie strutture ma rimangono oggetti della fantasia. Egli tentò di collegare ad un modello strutturale i meccanismi proposti da Klein. L’analisi che Fairbairn fa della scissione - osservata in pazienti con tendenze schizoidi – ha un valore clinico duraturo e fornisce un retroterra fertile per la comprensione dei modelli strutturali di interiorizzazione che verranno proposti in seguito (Kernberg, 1977). Fairbairn,
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