Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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prenatale. Inizialmente, Balint (1937, p. 87) considerava questa relazione oggettuale primitiva come passiva, descrivendo l'atteggiamento motivazionale del bambino in questi termini: " Sarò amato e soddisfatto senza alcun obbligo di ricambiare nessuno ". Secondo Balint, “Questo è, e rimane, sempre l'obiettivo finale di ogni sforzo erotico" (1937, p. 87). L’amore oggettuale primario "non è legato ad alcuna delle zone erogene: non è amore orale, anale, genitale ecc., l'amore, ma è qualcosa di particolare, come lo sono le altre forme di amore "(1937, p.89; corsivo aggiunto). In questo modo Balint (1951, pp. 143-144) ha cercato di estendere la gamma esperienziale della precoce e primitiva esperienza umana oltre la ‘sfera orale’. Tuttavia, questo atteggiamento non ha portato alla rottura con la teoria classica della pulsione. Balint sosteneva, contrariamente a Fairbairn, che la libido è alla ricerca sia del piacere sia degli oggetti. L'ipotesi di una ‘libido alla ricerca dell’oggetto’ è riformulata come segue: "oltre alla qualità finora ben nota della, ossia la tendenza a cercare il piacere, le osservazioni cliniche hanno dimostrato oltre ogni dubbio che la sua tendenza alla ricerca dell’oggetto è almeno altrettanto importante" (1956, p. 291, citazione tradotta per questa edizione, N.d.T). 2. L'amore oggettuale maturo e attivo, così come lo descrive Balint, implica una sintesi delle primitive soddisfazioni dei propri bisogni lungo tanti percorsi ‘secondari’ e principali: "Gli stadi di sviluppo successivi…(rapporti) stadio sadico-anali, stadio fallico, e infine stadio genitale della relazione oggettuale- non hanno una base biologica, ma culturale" (1935, citazione tradotta per questa edizione, N.d.T). Allo stesso modo, i fenomeni primari della teoria pulsionale freudiana sono considerati come insuccessi ambientali precoci che di conseguenza determinano un ‘difetto fondamentale’. Per entrare più nello specifico, per Balint (1951) l'aggressività è intesa come una reazione alla frustrazione piuttosto che un obiettivo in sé; l'odio è quindi sempre un fenomeno secondario, reattivo, e non una delle pulsioni primarie dell'individuo. Allo stesso modo, il narcisismo primario è ridefinito in termini di investimento libidico del soggetto sull’autoerotismo, evenienza che si verifica quando il bambino non ne è stato sufficientemente fornito o quando al bambino non sono state fornite sufficienti risorse su cui contare. 3. La distinzione tra tipi ‘benigni’ e ‘maligni’ di regressione (1968) è da considerarsi all’interno di un ‘modello misto’. Il primo tipo di regressione è intesa come la manifestazione di bisogni relazionali primari all’interno della relazione terapeutica; il secondo tipo di regressione si basa invece sul piacere istintuale infantile. Di conseguenza, Balint si occupò degli aspetti terapeutici della regressione nel contesto della sua revisione della psicopatologia (Vedi la voce REGRESSION). Il modello classico freudiano - basato sull'interpretazione delle resistenze allo scopo di raggiungere l’insight - presuppone che i pazienti siano in grado di interiorizzare o di ‘mettere dentro’ ciò che la relazione analitica gli offre; che le interpretazioni siano sperimentate come interpretazioni e non come qualcos'altro; e che l’Io sia pronto al lavoro elaborativo. Il modello rivisitato è necessario nel caso di pazienti con gravi disturbi narcisistici, borderline e psicotici - cioè, in quei pazienti nei quali la centralità del Complesso Edipico non può essere certa; ma è

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