Torna all’indice
una realtà esterna che corrisponde alla capacità propria del bambino di creare ... il seno è creato dal bambino infinite volte in ragione della capacità di amare del bambino o (si può dire) in ragione del suo bisogno"(1951, pp. 33-34). La continuità vitale dell'essere del bambino è sostenuta dalla corrispondenza o dalla sovrapposizione che s’incarna nell'illusione (cfr Milner 1952; 1977) e dalla sensazione del bambino secondo cui ciò che egli crea esiste realmente (come un ‘ oggetto soggettivo’ piuttosto che come un ‘oggetto percepito oggettivamente’). A sua volta, l’illusione costituisce l'area dell'esperienza a cui appartengono gli ‘oggetti transizionali’ e i ‘fenomeni transizionali’. L'illusione è parte di un processo emotivo che include il ritiro graduale dall'illusione; da questo momento inizia ad esistere un unico processo di illusione-disillusione. L’accresciuta recettività della madre ("preoccupazione materna primaria") all’iniziale desiderio-di essere (want-to-be) del bambino lascia il posto a un graduale fallimento dell'adattamento che diventa una ulteriore condizione di sviluppo. In questa fase il fallimento dell'adattamento non è un fallimento dell'affidabilità, così come è chiarito dall'espressione della madre fallibile sufficiente buona, la quale porta avanti il processo di disillusione presentando al suo bambino l’oggetto-mondo in piccole e gestibili dosi. Questo processo consente di separare l’oggetto- mondo dal senso del sé emergente del bambino: "Dallo stato di fusione con la madre il bambino si trova nello stadio in cui separa la madre dal sé, e la madre sta diminuendo il suo grado di adattamento ai bisogni del bambino" (1971, p. 170). 2. Winnicott, così come Balint, ha preso in esame gli aspetti terapeutici della regressione all’interno di una rivisitata psicopatologia delle relazioni oggettuali, con una particolare attenzione, nel caso di Winnicott, ai bambini che si ammalano. La malattia psicologica è vista da Winnicott come l'espressione di un fallimento ambientale che "può essere gravemente paralizzante", ed egli vi include la Schizofrenia Infantile o l'Autismo, la Schizofrenia latente, la difesa del Falso Sè e la Personalità Schizoide (1962a, p. 70-71). Le angosce psicotiche (anche descritte come ‘agonie primitive’), risultato dell’impatto traumatico e dei fallimenti dei rifornimenti di base all'inizio della vita, scatenano una serie di manovre difensive (‘reazioni’) con cui il bambino cerca di proteggere il proprio sé centrale ( core self). Nel suo articolo postumo "Paura del crollo" (1963c) Winnicott ha descritto queste agonie primitive in questi termini: come il ritornare a uno stato non integrato (difesa: disintegrazione); cadere per sempre (difesa: auto-contenimento); perdita della collusione psico-somatica e fallimento dell’insediamento (difesa: de-personalizzazione); perdita del senso del reale (difesa: utilizzazione del narcisismo primario); perdita della capacità di relazionarsi con gli oggetti (difesa: stati autistici, relazione limitata ai fenomeni intern)i. Ma soprattutto Winnicott ha ipotizzato che la malattia psicotica sia "un'organizzazione difensiva rispetto a un'agonia primitiva" (1963c, p. 108). 3. Winnicott ha introdotto alcune tecniche terapeutiche che permettono la regressione insieme a una "analisi comune come quella indicata per il trattamento della posizione depressiva e del complesso d’Edipo nelle relazioni interpersonali" (1954, p. 350). In termini di ‘analisi ordinaria’, nel suo articolo dal titolo ‘I fini del trattamento psicoanalitico’ Winnicott sostiene: "manovro continuamente per mettermi nella situazione dell'analisi classica" (1962b,
708
Made with FlippingBook - professional solution for displaying marketing and sales documents online