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di Joan Riviere (1936), Herbert Rosenfeld (1964, 1971), Donald Meltzer (1968), Hanna Segal (1972) e Edna O'Shaughnessy (1981), mostra come la cosiddetta ‘organizzazione patologica/difensiva’ possa fornire un'altra posizione, che difende il soggetto sia dal senso di colpa persecutorio che da quello depressivo creando stabilità, e allo stesso tempo distorcendo e danneggiando la personalità. L'emergere in analisi dell'organizzazione patologica/difensiva e dell'oscillazione tra le due posizioni può essere schematicamente descritta come segue: Organizzazione Patologica ↨ Posizione SP ↔ Posizione Depressiva Un'organizzazione patologica è vista come una struttura difensiva che si forma in condizioni di grave fallimento ambientale e/o per eccesso d’invidia e distruttività nella personalità del soggetto. La consueta integrazione di oggetti buoni e cattivi in questo caso non si è verificata in modo corretto, perché durante la posizione schizoparanoide al posto dell'ordinaria scissione binaria del sé e degli oggetti in "buoni" e "cattivi" si è verificata un'eccessiva frammentazione e confusione tra il buono e il cattivo, che può condurre a uno stato psicotico o para-psicotico insopportabile in cui il mondo interno è pieno di oggetti persecutori e di una confusione di oggetti frammentati. L'organizzazione patologica consente ai pazienti di non essere sopraffatti dall'eccesso di angosce persecutorie e depressive, allontanandoli dal contatto emotivo con gli altri o con la propria realtà interna ed esterna. Essa funziona raccogliendo in una stessa struttura perversa e pervasa dall'odio tutti gli oggetti parziali frammentati e confusi. Un’organizzazione di questo tipo è descritta da Rosenfeld (1971) come la ‘banda’ o la ‘mafia’. Una simile organizzazione della personalità spesso emerge in analisi grazie ai sogni o alle associazioni su bande criminali che controllano e intimidiscono le parti ‘ragionevoli’o sane della personalità, promettendo al soggetto rifugio e sollievo dall'angoscia persecutoria o depressiva. Le parti apparentemente sane di queste strutture complesse sono comunque a rischio di essere coinvolte in relazioni perverse e collusive all'interno della struttura patologica. (Vedi anche la voce CONTENIMENTO: CONTENITORE-CONTENUTO) La successiva riflessione di Steiner (1993) sui ‘ritiri psichici’ amplia e sviluppa il concetto di organizzazione patologica. Egli mostra come tali ritiri possano essere ubiquitari e assumere svariate forme, e chiarisce come essi esistono sempre allo scopo di mantenere un equilibrio psichico di fronte ad angosce ingestibili.
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