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IV. B. Sviluppi nella Tradizione Indipendente
IV. Ba. Bollas: L’Oggetto Trasformativo Christopher Bollas (1987, p.22) ha introdotto il termine " oggetto trasformativo " sulla scia della definizione di “madre ambiente” di Winnicott, suggerendo che nella prima interazione madre-bambino "la madre è più significativa e identificabile con un processo che con un oggetto”. Bollas sostiene che: “Prima che la madre sia per il bambino personalizzata come un intero oggetto essa ha agito come un’area o fonte di trasformazione"( Bollas,1987, p.46). Così, "la madre non è ancora identificata come altro ma è vissuta come un processo di trasformazione, e questa caratteristica all’inizio della vita rimane in certe forme di ricerca oggettuale nella vita dell’adulto, in cui io credo che l'oggetto sia ricercato per la sua funzione di significante del processo di trasformazione" (1987, p.22). Bollas espande la comprensione psicoanalitica delle relazioni oggettuali, in particolare riguardo a ciò che egli definisce "l'integrità dell'oggetto". "Così mi è sembrato piuttosto sorprendente", scrive Bollas ,"che nella teoria dei rapporti oggettuali si presti scarsa attenzione alla struttura distinta dell'oggetto che di solito viene visto come un contenitore delle proiezioni del soggetto. Certo, gli oggetti ci sostengono, ma, paradossalmente è proprio perché contengono le nostre proiezioni che le caratteristiche strutturali di un oggetto diventano importanti, perché noi ci mettiamo in un contenitore che nel momento del rivivere ci rielaborerà secondo la sua integrità naturale" (1992, p.8). IV. Bb. Šebek: l’oggetto totalitario Il concetto di ‘oggetti totalitari’ (interni ed esterni) formulato da Michael Šebek (1996; 1998) si basa sul suo lavoro psicoanalitico condotto sotto il regime comunista totalitario in Cecoslovacchia. Il concetto cerca di collegare il potere totalitario esterno alle forze totalitarie intrapsichiche. Queste ultime sono viste in parte come interiorizzazioni e in parte come aspetti della mente arcaica inconscia. Šebek sottolinea come proprio l’esistenza di regimi totalitari e di tiranni nella storia umana rende probabile la trasmissione trans-generazionale di tali oggetti totalitari. Secondo Šebek (1998), il carattere ‘onnipotente’, ‘onnisciente’ e ‘terrifico’ di questi oggetti rivela un processo d’idealizzazione primitiva che implica il ricorso al totemismo, ai vari Dei, ai monarchi, ai dittatori, ai leader carismatici autoritari e ai movimenti politici estremi. Queste varie forme d’idealizzazione nascondono o mascherano il carattere distruttivo e abusivo dell'oggetto. Šebek propone che gli oggetti totalitari siano essenzialmente ‘ambigui’: salvifici ma anche intrusivi (aggressivi) e possessivi essi dominano lo spazio psichico interno e lo controllano persecutoriamente, causando un’esperienza di oppressione e di mancanza di libertà. In questo modo gli oggetti totalitari bloccano lo sviluppo verso la maturità, supportano la formazione di ideologie dogmatiche e impediscono un pensiero creativo spontaneo. Šebek inoltre sostiene che quando una persona percepisce il mondo attraverso la prospettiva
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