Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Un’impostazione attenzionale diffusa impegna una forma di pensiero associata modalità analogiche e sintetiche di conoscenza, un processo cognitivo del tipo ‘questo è come quello’, globalmente ricettivo ai cambiamenti affettivi e all'esperienza emergente. Il pensiero analogico è metaforico, poetico, e momentaneamente non tiene conto delle differenze. Questa forma di conoscenza corrisponde alla forma di pensiero governata dall’emisfero non dominante (destro) (Watt 1990, 2019; Schore 2011). Si tratta di una modalità ricettiva dell'attenzione, soprattutto per le immagini visuo-spaziali (pittoriche) e per le forme di elaborazione cariche di affetti che possono emergere anche nelle fantasticherie dell'analista. Donnel B. Stern (1990) potrebbe definire questo modo di porsi dell'analista come un ‘canale comunicativo’, una ricettività attiva alla comunicazione inconscia, in linea con il concetto di Bion di ‘capacità negativa’ (1967) o con la nozione di Laplanche (1999) di ‘vasca’, cioè la riapertura dei confini della situazione psicoanalitica e alle (temute) ripercussioni del transfert. Questa posizione privilegia l'elaborazione del campo in modo da facilitare i processi di crescita emergenti, che possono venire o meno verbalizzati. Possono emergere processi di identificazione proiettiva che definiscono ruoli funzionali per ciascun membro della diade, ma entrambi sono considerati parte di un unico processo dinamico che comprende l'intero contesto (Baranger e Baranger, 2008). Questi processi sono visti come proprietà emergenti della fantasia interna della coppia o campo onirico. Si tratta di una visione espansiva che privilegia gli sforzi verso la crescita e gli elementi creativi. La ricettività orientata al processo emergente è impegnata in modo più o meno continuativo a generare ed elaborare una fantasia inconscia come risultato desiderato e primario dello scambio analitico. Quando si impegna principalmente in questa posizione di ascolto, l'analista cerca di rivolgersi alle ansie dell'analizzando elaborandole in modo più completo, contenendo e simboleggiando stati ‘non sognati’ fino ad allora non rappresentati. Si privilegia la ricerca di immagini simili-a-sogni, con l'obiettivo di trasformare le ansie dell'analizzando e i significati che ne derivano, e poiché questa impostazione favorisce la generazione di immagini inconsce in un contesto onirico, a volte si sostiene che gli analisti che utilizzano principalmente questo approccio trascurino o addirittura ignorino la narrazione storica dell'analizzando (e la sua concomitante creazione di miti, cioè l'ermeneutica personale). Ad esempio, un paziente può riferire un sogno. Un teorico del campo sarebbe interessato a espandere le associazioni del paziente, elaborando il campo onirico nel “pensiero onirico della veglia” durante il qui-e-ora della seduta. Se c'è un riferimento alla stanza d’analisi, ci saranno risposte da parte dell'analista che incoraggeranno un'ulteriore elaborazione. Forse la stanza dell'analista si trova al piano più basso di un edificio - questo potrebbe rappresentare le strutture profonde, l'inconscio, l'andare “giù" per l'esplorazione di strati arcaici, o il rendersi conto di affetti sepolti. Piuttosto che interpretare queste immagini per trovare il significato ‘giusto’, l'analista potrebbe rispondere aggiungendo alle associazioni una risposta del tipo: "L'inconscio è profondo". Questo tipo di risposta è considerata "insatura", nel senso che rimane ambigua, non specifica particolari contenuti (soprattutto quelli relativi all’analizzando) e permette al paziente di prendere il suggerimento in qualunque direzione scelga di fare.

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