Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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Una varietà di definizioni del termine Transfert appaiono negli odierni dizionari nord- americani (Auchincloss & Samberg, 2012), europei (Laplanche e Pontalis, 1967/1988; Skelton, 2006) e latino-americani (Borensztejn, 2014). Tutte le definizioni concordano su una tesi di fondo variamente concettualizzata e formulata: il Transfert è la risposta del paziente all’analista, è soprattutto inconscia, e si modella sulle prime esperienze di vita dell’analizzando che possono includere rappresentazioni interiorizzate del sé e dell’oggetto influenzate da traumi, passioni, fantasie e conflitti connessi. Il Transfert può anche venir concettualizzato come espressione di un desiderio di ridare vita o attualizzare fantasie plurideterminate di relazioni oggettuali. La varietà delle definizioni riflette una pluralità di concettualizzazioni sia degli aspetti ripetitivi che interattivi del Transfert in relazione a contenuti , meccanismi, e metodologia dell’operare clinico nel contesto del setting psicoanalitico. Di seguito, nell’illustrazione di questa voce, seguiremo in primo luogo l’evoluzione delle molteplici dimensioni del concetto di Transfert e concluderemo delineando alcune convergenze nell’attuale pluralità teorica e clinica internazionale.

II. ORIGINE DEL CONCETTO DI TRANSFERT IN FREUD

Da un punto di vista storico, la nozione di transfert si sviluppò al tempo in cui la psicoanalisi si stava espandendo differenziandosi dall’ipnosi, dalla suggestione e dal metodo catartico, anche se restava aperta - e sarebbe riemersa successivamente - la questione relativa alla trasmissione psichica che veniva all’epoca ipotizzata in termini di telepatia. Nella sua traduzione in tedesco del lavoro di Bernheim De la suggestion et de ses applications à la thérapeutique (1886), Freud per rendere il francese “ transfert” - usato nell’ambito dell’ipnosi - sceglie di adottare il termine tedesco Übertragung. Quando il termine compare nello scritto di Freud L’interpretazione dei sogni (1899 [1900]), nel contesto del lavoro di mascheramento del sogno esso si riferisce allo spostamento di un desiderio rimosso in una rappresentazione insignificante, presa in prestito da residui diurni “indifferenti” (1899 [1900], p.158 ). Perciò in primo luogo il transfert consiste nello spostamento di una quantità di energia libidica da una parte all’altra, un processo che confonde le carte e che impone, per esempio, una distinzione tra contenuto manifesto e contenuto latente, ma che segnala allo stesso tempo quanto in ogni sfera della vita psichica il desiderio sia mobile nelle sue forme, e pronto a ricombinarsi. L’ipotesi iniziale ritorna poi non più in termini di mascheramento ma con una focalizzazione sulla realizzazione di un desiderio inconscio, sia che si tratti di un desiderio amoroso - come viene dimostrato in maniera lampante e per la prima volta nel caso di Anna O., in trattamento con Breuer (Freud e Breuer, 1895) - oppure il transfert di un desiderio di vendetta - come nel caso di Dora, in cui Freud diviene il bersaglio dei sentimenti di delusione e di odio che si sono ripresentati (Freud, 1901 [1905]). Di fronte all’interruzione del trattamento che Dora gli impone, Freud è spinto a rivedere

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