Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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dell’aggressività/distruttività di Thanatos. Successivamente, nel saggio L’Io e l’Es (Freud 1922 [1923]) e in Inibizione, sintomo e angoscia (1925 [1926]), Freud postula che il conflitto abbia luogo tra le tre istanze psichiche Es, Io, Super-Io da una parte, e le richieste del mondo esterno dall’altra. Il conflitto si verifica tra le pulsioni che albergano nell’Es (che è completamente inconscio), le difese/ rimozione che si collocano nella porzione inconscia dell’Io (il quale risponde all’angoscia segnalando un pericolo), e il Super-Io in quanto erede del Complesso Edipico (con le sue componenti, largamente inconsce, di autopunizione e di Io-Ideale). Mentre l’aggressione dell’Es alimenta la componente autopunitiva del Super-Io, l’Es e il Super-Io fanno pressioni sull’Io da entrambi i lati. Ciò può manifestarsi nella resistenza di transfert, che è dunque sotto il potere dell’Es ma anche sotto l’attacco interno portato avanti dal Super-Io. Questo attacco è alla base di ciò a cui Freud (1923) si riferisce con “reazione terapeutica negativa”, ossia un peggioramento del trattamento in cui il transfert si carica di intensità e distruttività come hanno più tardi indagato autori quali André Green con Il lavoro del negativo (Green, 1996) , e J.B. Pontalis con A cominciare dal controtransfert: il morto e il vivo intrecciati (Pontalis, 1988), e No, due volte no. (Pontalis, 1993). Di conseguenza, il ruolo centrale giocato della ripetizione del rimosso nel transfert non può essere limitato ad esperienze vissute, in quanto riguarda la realtà psichica che comprende desideri e fantasie inconsce “indistruttibili” associate a quelle esperienze. Inoltre la ripetizione nel transfert conferma la preminenza attribuita alla coazione a ripetere, per come già riportato in Al di là del principio di piacere (Freud, 1920) II.B. Edipo ed Amleto, due aspetti dell’esperienza umana nel transfert Freud ritiene che il Complesso di Edipo sia profondamente radicato nella tragedia, nel fatale destino di morte che si annida nell’esperienza umana. “ Edipo Re è una cosiddetta tragedia del fato; il suo effetto tragico pare basato sul contrasto fra il supremo volere degli dei e i vani sforzi dell’uomo minacciato dalla sciagura” (Freud, 1899 [1900], p. 243). Gli dei rappresentano i genitori onnipotenti, rispetto ai quali il bambino riconosce la propria inermità. La tragedia riguarda i sentimenti degli esseri umani nello sperimentare questo Complesso, e descrive l’essenza della sua struttura. Secondo Freud, Il Complesso di Edipo si riferisce alla propensione ad azioni incestuose e parricide a cui tutti gli individui sarebbero inclini in virtù della loro eredità arcaica. Freud afferma che deve esserci una voce dentro di noi pronta a riconoscere la forza coattiva del destino di Edipo. “Il suo destino ci commuove soltanto perché sarebbe potuto diventare anche il nostro, perché prima della nostra nascita l’oracolo ha decretato la medesima maledizione per noi e per lui” (ibid., p. 244). Il mito di Edipo è una creazione dell’immaginazione in risposta a quei sogni tipici di uccidere il padre o di sposare la madre, e la vicenda deve includere anche l’orrore e l’autopunizione in quanto da adulti viviamo quei sogni con un sentimento di repulsione. Nell’ Edipo Re di Sofocle la basilare fantasia- desiderio del bambino è portata alla luce

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