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Al centro del Complesso di Edipo - che ciascun individuo sperimenta con la sua parte di odio e di amore, e nei limiti definiti dall’ergersi delle proibizioni - si annida la tragedia, la cui matrice è connaturata all’essere umano ed è rivissuta da ogni bambino nel periodo dell’onnipotenza infantile. Freud stabilisce un collegamento tra la tragedia di Edipo e il personaggio drammatico di Amleto, ponendo le basi per una teoria incentrata sulla coazione a ripetere, fenomeno ben presto definito come resistenza dell’Es e dominato dalla pulsione di morte, pulsione che introdurrà un’importante svolta nella teoria. La coazione alla scarica - pulsione distruttiva - rimane latente durante il trattamento e occuperà poi la scena transferale con il massimo di resistenza. L’analista avverte nel paziente una resistenza attiva ad affrontare il rimosso, una resistenza proveniente dalla parte inconscia dell’Io e rinnegata dalla parte conscia dell’Io stesso. Il rimosso è tenuto lontano dall’Io attraverso la resistenza della rimozione, ma può entrare in contatto con l’Io attraverso l’Es. L’Io e l’Es (1922 [1923]), insieme ad Al di là del principio di piacere (1920), contestualizza l’Io come rappresentante (Repräsentanten) della ragione e della prudenza, mentre le passioni (pulsioni) prevalgono nell’Es e sono in grado di irrompere al di là dei suoi confini. La descrizione di Freud della resistenza al lavoro analitico, enunciata negli scritti metapsicologici anteriori al 1920, culmina in Al di là del principio di piacere, dove il fenomeno clinico della coazione a ripetere assume caratteristiche quasi pulsionali e richiede che venga ingaggiata una battaglia contro il bisogno di punizione dell’Io; questo bisogno è conseguenza dei sensi di colpa - suscitati dai comportamenti edipici proibiti verso cui il soggetto si sente spinto - che si associano nello stesso tempo alle richieste del Super- io. Se l’Io si sottomette ad un Super-Io spietato, ottenendo così un intenso piacere masochistico, l’analisi può risultare in pericolo. Anche se l’analista vede un qualche progresso, si svilupperà una reazione terapeutica negativa che si esprimerà con manifestazioni transferali interpretabili di tipo nevrotico. Manifestazioni transferali gravi (tragedia edipica, preistoria personale) quali angoscia e letargia si riferiscono a materiali sepolti ‘attuali’, e richiedono che l’analista operi una costruzione dell’azione che ‘adesso’ si sta verificando. Inoltre, il drammatico materiale sepolto può attivarsi in seguito ad un trauma recente e produrre una scarica nel somatico, dal momento che l’Io è soprattutto un Io corporeo (Freud, 1922 [1923]). Osservato alla luce degli sviluppi teorici presenti in Al di là del principio di piacere e L’Io e l’Es , la criminale punizione dell’Io da parte del Super-Io, alimentata dalla pulsione di morte dell’Es, si manifesta in modi differenti nella tragedia ‘del fato’ di Edipo e nel tormento di Amleto. L’introduzione della Seconda Teoria Topografica/Teoria Strutturale segna un importante cambiamento nella dinamica del transfert. Visto fino ad allora come spinto dalla forza del desiderio, esso appare adesso inesorabilmente legato alla coazione a ripetere e alla sfera dell’azione, della scarica. Va notato che gli scritti di Freud sulla tecnica si fermano al 1918, prima della seconda topografia. Soltanto nel 1937, con Analisi terminabile e
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