Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

Torna all’indice

interminabile (1937a ) e Costruzioni nell’analisi (1937b ), Freud torna ad occuparsi dei problemi tecnici sollevati dall’introduzione della coazione a ripetere e della pulsione di morte, specialmente in relazione all’idea di transfert negativo di Ferenczi (1909). Con gli sviluppi portati avanti in Al di là del principio di piacere (1920) , e in particolare con l’introduzione del concetto di pulsione di morte, Freud suggerisce che sotto la spinta della coazione a ripetere qualcosa al di là del rimosso viene a mostrarsi sulla scena del transfert: si tratta di qualcosa che adesso si presenta per mezzo di sentimenti e percezioni. Questi, infatti, non erano stati oggetto di rimozione in quanto privi di articolazione, non messi in parola. Assumendo queste considerazioni come punto di partenza, in L’uomo Mosè e la religione monoteista: tre saggi (1934-38) Freud riconosce una verità storica, quella del parricidio, che è sottesa alla storia religiosa. Stabilendo un’analogia con l’esperienza analitica, la verità storica sarebbe quella costruita dall’analista (costruzione attuale) in base a sentimenti ed esperienze, indicazioni di scenari ulteriori che si aggiungono a quello fornito dal transfert. Questa costruzione si riferisce ad una tragedia che, presente fino a quel momento seppur silenziosamente, sotto la spinta della coazione a ripetere si manifesta nell’analisi con il suo funesto presagio. Questa forza insopprimibile può portare all’interruzione del compito analitico. La componente masochistica rivela il senso di grave colpa o il bisogno di punizione, mentre il transfert fornisce il palcoscenico dove si svolge la tragedia. Questa costruzione va a collegarsi alla costruzione storica a cui l’analista perviene per mezzo dei sintomi, i ricordi di copertura e il transfert, nello stesso modo descritto da Freud in Costruzioni nell’analisi (1937b ): “Fino all’anno n della Sua vita, Lei si considerava l’unico ed incontrastato possessore di Sua madre; poi arrivò un secondo bambino (…) I Suoi sentimenti nei confronti di sua madre divennero ambivalenti (…)”(p. 545). Dal momento che il ricordare è presentato come obiettivo ultimo dell’analisi - in quanto crea coerenza e continuità, e amplia le scelte - quando esso si rivela impossibile da ottenere ecco allora che le costruzioni possono compensare questo fallimento, cercando di fornire possibili rappresentazioni di quanto è stato rimosso, traumaticamente dissociato, perduto, ‘espulso’ o seppellito. Il transfert in realtà lavora nel senso di riportare in vita un oggetto perduto sotto il dominio della rimozione, ripresentandolo attraverso indizi, e tale lavoro è portato avanti dal trattamento analitico. La nevrosi di transfert è perciò cercata solo come qualcosa che conduce al ricordare, e non come uno scopo in sé: qui sta il confine contro una possibile deriva manipolatoria del transfert. Su questo punto Freud rimane sempre curioso e attento ai legami tra transfert e suggestione, così come di quelli tra transfert e parapsicologia: come accade che un ricordo del passato del paziente si leghi alla situazione terapeutica attraverso la figura dell’analista, e in questo modo appaia alla ribalta sul palcoscenico analitico? C’è una combinazione sfortunata per cui l’affetto concomitante è di uguale forza ed intensità di quello che una volta produsse il sintomo? Queste prime osservazioni di Freud dettero inizio ad un dibattito ancora in corso sull’importanza della realtà psichica e del suo impatto su tutti i processi mentali, inclusi la percezione e la memoria.

747

Made with FlippingBook - professional solution for displaying marketing and sales documents online