Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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bambino dei messaggi degli adulti - messaggi “compromessi” dall'interferenza delle fantasie sessuali- costituiscono, per Laplanche, la cornice della fondamentale situazione antropologica e la base della “teoria generale della seduzione” (Laplanche, 1987). È questa la situazione che si ripete nella situazione transferale. Pertanto, il transfert non si limita ad una semplice ripetizione della relazione con gli oggetti infantili: questo aspetto corrisponde solo a ciò che Laplanche chiama “transfert nel pieno”, cioè al contenuto “positivo” al quale l’analista e l’analizzando possono riferirsi, costituito l’immaginario infantile. L’altro aspetto, definito da Laplanche “transfert nel vuoto”, è la reiterazione della relazione con l'altro come portatore di messaggi enigmatici (Laplanche, 1992). Viene “provocato” dall’analista nella misura in cui pone di fronte all’analizzando l’enigma rappresentato dall’analista e dal “rifiuto di sapere”: questa posizione attualizza la relazione analitica con gli enigmi dell'infanzia del paziente. Nel pieno di questa situazione transferale, un progressivo processo di “de-translation” e “re- translation” consente all'analizzando di “riappropriarsi” dei messaggi esclusi dalla consapevolezza (Laplanche, 1999). Da questa prospettiva “il lutto è il paradigma della simbolizzazione”. Il transfert come processo, insieme al sogno, funziona nella direzione opposta al lutto. Ripetere nel transfert significa cercare di recuperare l'oggetto perduto (o la relazione perduta) piuttosto che farne il lutto e simbolizzarlo. Quindi, il transfert funziona nella stessa direzione del sogno: entrambi tendono a negare l'assenza, tendono a ripresentare (presentare di nuovo) ciò che non poté essere simbolizzato; quindi, entrambi lavorano nella direzione opposta al lutto. Ciò significa che il transfert e i sogni condividono una qualità “allucinatoria”, in quanto tendono a plasmare l'esperienza secondo schemi inconsci piuttosto che riconoscere la realtà dell'assenza o della perdita. V. D. Laplanche e Freud: una proposta di lettura franco-canadese Nel Canada francofono, un’influente corrente di pensiero considera il transfert come la caratteristica più importante e più peculiare del trattamento psicoanalitico. Da questa prospettiva, parzialmente ispirata agli scritti di Jean Laplanche, prendere in considerazione il transfert è ciò che rende il trattamento “psicoanalitico”. Inoltre, nessuna ricostruzione “genetica” della storia del paziente avrà tanto peso quanto ciò che viene riportato in vita all’interno del transfert. Il transfert è visto come una delle forme di resistenza più forti e lo strumento più efficace del lavoro analitico. Mentre il transfert è una forma di resistenza - in quanto tende alla ripetizione all'interno della relazione con l'analista, anziché al “ricordare”- il termine “ricordare” deve essere inteso non come un processo di recupero dei ricordi, ma piuttosto come un processo di ricostruzione della propria psiche (Scarfone, 2011). Scarfone riconosce due tipi di transfert. Il primo è un transfert di base, positivo, rivolto all’analista come professionista affidabile che si ritiene sia al servizio degli interessi a lungo termine del paziente. Questo è stato definito da Freud un transfert “paterno”, ma non questa la cosa importante. La cosa importante è che senza questo transfert di base l'analisi non è possibile

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