Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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(rappresenta la base dell’alleanza terapeutica e di lavoro, secondo la terminologia psicoanalitica americana). Questo transfert positivo non è una resistenza e non dovrebbe essere interpretato. Non interpretato, è lasciato al lavoro per favorire il processo di analisi in corso. Il secondo tipo è definito “transfert vero e proprio”: è il transfert che si pone come una resistenza, non importa se si tratta di un transfert negativo (ostile) o “positivo” (ad esempio fortemente erotico o passionale). Questo transfert di secondo tipo si suddivide in due sottoclassi che si possono rintracciare nel pensiero Freud: da un lato i “prototipi”, descritti da Freud nel 1912 (Freud, 1912); dall’altro, quel fenomeno simile a “quando durante una rappresentazione teatrale si leva un grido d’allarme per un incendio”, come descritto nel lavoro del 1915 (Freud, 1915). Mentre nel transfert di primo tipo si tratta di riprodurre qualcosa che è già formato e pronto per essere proiettato sull'analista, nel secondo si tratta davvero un evento senza precedenti: il paziente non vorrebbe più fare analisi, né vuole “sapere” alcunché riguardo al “significato”. La differenza tra i due è più chiaramente affermata se diciamo, alla maniera di Laplanche, che abbiamo un primo tipo di transfert – un transfert “nel pieno”– in cui il paziente tende a ripetere ciò che era già evidente nelle sue precedenti relazioni con figure significative. Questa forma si presta troppo facilmente all'interpretazione (ad esempio “respingi le mie interpretazioni proprio come hai respinto il consiglio di tuo padre ...”), ma non ci avvicina molto al cuore della questione. Vi è poi un secondo e più importante tipo di transfert – un transfert “nel vuoto”– dove né il paziente né l’analista hanno alcuna nozione di ciò che si sta ripetendo: l'analizzando sta vivendo il fatto di trovarsi di fronte ad enigmi che l'hanno sconcertato nel passato. Ciò che è “ripetuto” qui non è mai stato sperimentato in un modo soggettivamente comprensibile prima. Questo è molto vicino, se non identico, a quello che Winnicott riporta nel suo famoso articolo “Fear of breakdown” (Winnicott, 1974, vedi anche Clare Winnicott, 1980) in cui qualcosa è accaduto in passato ma non c’era un “Io” per registrarlo. Di conseguenza, deve essere sperimentato per la prima volta nell'analisi per poter diventare qualcosa del passato. Questo è quindi il tipo più importante di transfert, quello in cui ciò che si nasconde in una forma scarsamente priva di rappresentazione deve essere vissuto ed elaborato per la prima volta nella vita del paziente.

VI. PROSPETTIVE E SVILUPPI SPECIFICI IN NORD AMERICA

L’idea originaria di Freud della “nevrosi di transfert”, dell suo instaurarsi e la sua cura attraverso il lavoro terapeutico, divenne uno dei concetti distintivi della psicoanalisi nordamericana durante il periodo, molto posteriore, dell'egemonia della “psicoanalisi classica” (termine che indica la Psicologia dell’Io americana degli anni ’40, ’50 e ’60). Sebbene questa idea abbia da allora perso gran parte della sua influenza, durante l’era “classica” l’instaurazione

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