Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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associazioni del malato e degli altri procedimenti di traduzione sono facili da apprendere; in essi lo stesso paziente fornisce sempre il testo. La traslazione, invece, dev’essere intuita dal medico senza l’aiuto del malato, sulla base di piccoli indizi e guardandosi dai giudizi arbitrari. ” (Freud, 1905, p. 397). Dunque Freud sottolinea la facilità con la quale egli poté analizzare i sogni raccontati da Dora - l’immaginario - mentre gli fu più difficile analizzare il transfert sulla sua persona - l’attuale, il reale - che spinse Dora all’agito, ossia all’interruzione dell’analisi. È importante ricordare che il dramma dell’analista è che la tecnica e il setting sollecitano il transfert sessuale incestuoso, e allo stesso tempo lo frustrano. Queste tipologie di transfert non sono né un mero gioco immaginario di rappresentazioni, né ‘realtà’, ma ciò che chiamiamo ‘virtuale’ o ‘reale’. Per immaginario, Cesio intende il gioco delle rappresentazioni; per realtà, il drammatico acting-out con le cose reali; per reale, ciò che comporta l’espressione di quanto sta alla base, gli affetti, tutto quanto dà origine alle manifestazioni ‘attuali’: quelle che non sono state ‘ri-significate’ (provviste di un nuovo significato). Per ‘reale’ Cesio intende il dramma che ha luogo entro il setting della seduta, raggiungendo la coscienza in termini di affetti che possono variare dall’angoscia alla tenerezza. Questa è una esperienza originaria, un presentarsi più o meno direttamente dell’inconscio. Come tale, è anche ‘attuale’ nel senso con cui intendiamo questo temine nelle nevrosi d’ansia. Il termine ‘atto’ (act) denota la costruzione verbale che descrive il dramma ‘attuale’ basato sull’analisi delle libere associazioni; esso porta alle alla ricostruzioni che collocano l’atto nel tempo e nella storia. Cesio descrive lo spazio analitico come ‘reale’, nella misura in cui non è realtà ma include, insieme alle immagini verbali, le manifestazioni affettive alle quali attribuiamo una figurazione somatica, neuro-vegetativa, cellulare-umorale, della muscolatura involontaria. Queste sono percepite dall’analista e attribuite al paziente come esperienze condivise ‘attuali’. L’analista percepisce queste alterazioni e inferisce quelle che appartengono al paziente. Quando queste esperienze attuali travalicano i limiti del setting e invadono in modo massiccio la coerenza dell’Io, finalmente rivelano la loro natura sessuale incestuosa. Il transfert è sempre presente, ma nella situazione analitica viene rilevato e impiegato per interpretare l’esperienza, è inevitabile. D’altra parte, il transfert verso la persona dell’analista emerge dai livelli profondi, e deve essere ‘intuito dal medico senza l’aiuto del malato’; ciò richiede che l’analista sia in attento a questi ‘minimi indizi per andare avanti’, al fine di poter di interpretare e/o costruire ciò che accade qui e ora, evitando il rischio di apportare interferenze arbitrarie. Con questa indicazione Freud mette in guardia rispetto a inadeguatezze, rispetto ad una sorta di ‘delirio di auto-riferimento’ da parte dell’analista, che potrebbero ostacolare gli effetti delle interpretazioni e delle costruzioni. Il concetto di ‘persona dell’analista’ implica il definirlo in base alla sua funzione, cioè al ruolo che gioca con il paziente; quest’ultimo dispiega le sue fantasie che, con il procedere dell’analisi, non possono non riattivarsi e divenire coscienti come qualcosa di ‘attuale’. Ciò

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