Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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controtransfert, essa dovrebbe essere effettuata prevenendo il rischio che diventi un semplice atto di ‘livellamento’ con l’altro. Pertanto, per far sì che il transfert diventi uno strumento tecnico, lo si dovrebbe collegare all’interpretazione. In tal modo l’analista può recuperare sicurezza in ciò che pensa. Basandosi sul concetto di transfert espresso in due testi freudiani: “L’interpretazione dei sogni” (1900) ed il poscritto al caso di Dora (1905), Etchegoyen dice che Freud discute due diverse idee a proposito del transfert, che sono tuttavia collegate. Una prende in considerazione la persona dell’analista (in forma rudimentale già presente in “Studi sull’isteria” del 1895, ma principalmente in “Frammenti di un’analisi di isteria (Caso clinico di Dora)” del 1905), mentre l’altra (nel capitolo sette de “L’interpretazione dei sogni”) descrive lo stesso fenomeno nella prospettiva del lavoro del sogno. Come sopra indicato, sono due fenomeni psicologici differenti ma in qualche modo collegati, radicati nell’infanzia, nei quali passato e presente si confondono. “Il transfert è una particolare relazione oggettuale con una origine infantile, di natura inconscia (processo primario) e pertanto irrazionale, che confonde passato e presente: tutto ciò gli conferisce il carattere di risposta inadeguata, non adatta, inappropriata” ( The Fundamentals of Psychoanalytic Technique . Revised English edition, 1999, pp. 83; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Etchegoyen descrive un fenomeno particolare in cui il processo analitico incappa in un impasse che tende insidiosamente a perdurare, mentre allo stesso tempo il setting è mantenuto. L’esistenza di questo fenomeno non è evidente, ma è invece radicato nella psicopatologia del paziente e coinvolge il controtransfert dell’analista. Etchegoyen conia il termine “impasse” per definire questo fenomeno, costituito da un insieme di strategie adottate dal paziente al fine di attaccare e ostacolare lo sviluppo della cura. Le strategie del paziente includono: acting-out, reazione terapeutica negativa e rovesciamento della prospettiva. Quest’ultima consiste in una particolare modalità di pensiero finalizzata ad evitare in ogni modo il dolore psichico: il soggetto abilmente ‘rimescola le cose’, al fine di adattarle a quel che pensa. Ecco perché la relazione ristagna. Qui Etchegoyen delinea il concetto bioniano di scissione statica. Sebbene a livello manifesto il paziente sembri concordare con l’analista, di fatto rimane fissato sulle proprie convinzioni che in ogni caso non comunica, o di cui è addirittura inconsapevole, dal momento che sono inconsce. In tal modo il paziente reinterpreta le interpretazioni dell’analista così che si possano fondere con le sue convinzioni. Va sottolineato che di solito l’analista si accorge di ciò solo quando il processo ha raggiunto un totale punto morto. Stando ad Etchegoyen il rovesciamento della prospettiva, che mette in discussione il contratto analitico, in generale compare precocemente. Come sottolinea Bion, nei casi più seri esso costituisce un fenomeno vicino all’allucinosi. Percezione e fenomeni quali interpretazioni deliranti normalmente compaiono quando il lavoro analitico minaccia di abbattere la struttura profonda del paziente. Ciononostante, quello che non va mai dimenticato è che questi pazienti vengono in analisi perché desiderano essere curati.

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