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della geometria e Newton della fisica (Bion, 1963). Gli elementi definiti in “Elements of Psychoanalysis” includono concetti come PS↔D, L (Amore), H (Odio), K (Conoscenza), ecc. Pubblicate per la prima volta in “Elementi di Psicoanalisi” ed ulteriormente elaborate ed esplicitate in “Transformations”, le categorie della Griglia di Bion studiano lo sviluppo genetico del pensiero sull'asse Y e la funzione o l'uso del pensiero sull'asse X. Ispirato dalla ricerca neopositivista del ‘valore di verità’ delle affermazioni scientifiche, Bion tentò di far sì che la psicoanalisi diventasse una scienza predittiva non dissimile dalle cosiddette scienze ‘dure’. “Transformations” (1965) mostra lo sforzo di Bion nell’utilizzare formule astratte. Alla fine del libro, si vede come Bion si sia reso conto che le trasformazioni descritte fino a quel punto si collochino a livello rappresentazionale, mentre le trasformazioni fondamentali in psicoanalisi si situano al di là di questo livello. Questo implica che il metodo matematico astratto potrebbe non essere applicabile quando si affrontano cambiamenti fondamentali. Bion, quando se ne rese conto, ricorse ad altre tradizioni di comprensione della realtà al fine di mantenere una prospettiva analitica. Ricorse alla tradizione dei cosiddetti mistici, le cui formulazioni tentano di trasmettere anche qualcosa che va oltre la rappresentazione verbale. A questo punto Bion afferma dunque che il regno numinoso che chiama 'O' deve essere la bussola dell'analista. Bion ha elaborato ulteriormente questo approccio in “Attention and Interpretation” (Bion, 1970) [“Attenzione e Interpretazione” (2010)]. Secondo James Grotstein (in Mijolla 2002-2005), “Transformations” (1965) rappresenta quindi l'ultimo tentativo di Bion di utilizzare notazioni matematiche per apportare rigore scientifico ai fenomeni clinici psicoanalitici. Le trasformazioni in O costituiscono ‘un ponte verso una nuova scienza’, quella ‘intuitiva’, alla quale d’ora in poi dedicherà i suoi sforzi. Avendo già precedentemente definito la mente che deve svilupparsi per poter pensare 'i pensieri senza il pensatore' [preconcezioni], Bion spiega poi come questi pensieri evolvano da impressioni sensoriali dell'esperienza emotiva (elementi beta) ad elementi alfa adatti ad ulteriore elaborazione mentale. Da lì procede a definire le fasi della ‘trasformazione mentale digestiva’, subita dagli elementi beta ed alfa nell'analizzando e nell'analista al fine di acquisire uno status in un sistema scientifico. O è l'inizio e la fine del ciclo di trasformazione. La trasformazione epistemologica operata da Bion della metapsicologia psicoanalitica diventa quindi completa (Grotstein, in Mijolla, 2002-2005, p. 1791, parentesi aggiunte; citazione tradotta per questa edizione, N.D.T.). Le originali applicazioni di Bion di modelli interdisciplinari tratti da vari ambiti della matematica (dalla geometria euclidea e proiettiva alla geometria algebrica non euclidea e al calcolo algebrico), della filosofia della scienza, dell'estetica, dell'arte, insieme ad un modo di esporre complicato, altamente astratto e talvolta ambiguo, lasciano spazio a diverse interpretazioni, resoconti e definizioni (anche contraddittori). Questa varietà emerge ulteriormente nelle diverse letture del suo “Transformations” nel contesto delle culture psicoanalitiche latinoamericane, nordamericane ed europee. Mantenendo la premessa che il trasformare implica il passaggio di stato di una cosa dalla sua forma iniziale ad una nuova forma, la definizione nordamericana , mantenendosi
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