Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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II. D. RIMANERE (PREVALENTEMENTE) ENTRO I LIMITI DEL TESTO DI BION (PROSPETTIVA NORDAMERICANA) La frase di apertura del libro “Transformations” di Bion recita: “Supponiamo che un pittore veda un sentiero attraverso un campo di papaveri e lo dipinga…” (Bion 1965, V, p. 127). Questa situazione o circostanza iniziale introduce il suo modello per quei processi mentali che si combinano per produrre la rappresentazione pittorica finale di quel campo. Si può espandere questo scenario mettendo nei panni del “pittore” una figura iconica. Immaginate il momento in cui, nel luglio 1890, ad Auvers-sur-Oise, nei giorni prima di porre fine alla sua vita, Vincent van Gogh si trovò in un sentiero che conduceva in un campo di grano sotto un cielo scuro. Lasciò quel campo dopo aver creato uno dei più grandi capolavori dell'arte occidentale. È impossibile sapere come le sue esperienze emotive indicibilmente dolorose siano state rappresentate in quella pittura ad olio su tela, si può solo dire che questo miracolo è avvenuto. Altrettanto inconoscibile è il modo in cui l’essenza della scena reale – il sentiero, il campo di grano, il cielo, forse i corvi – sia rimasta costante e riconoscibile nel dipinto finito. Se van Gogh ha aggiunto i corvi dalla sua immaginazione, non si può sapere come la sua esperienza emotiva sul campo si sia trasformata in parte in quelle ‘qualità corvo’ emotive, che a loro volta sono state trasformate in pennellate scure, simili a corvi, di intensa emotività. Infine, non si può sapere come questa magistrale rappresentazione di emozioni oscure e turbolente si presenti non come un campo di grano qualsiasi, ma come un campo di grano inequivocabilmente creato da van Gogh. La teoria delle trasformazioni di Bion fornisce le basi per la sua intera prospettiva psicoanalitica, che considera le emozioni e l'esperienza emotiva come elementi fondamentali. Il suo approccio alle emozioni ha radici chiare nei suoi primi lavori pubblicati, che fanno riferimento alle sue esperienze come psichiatra militare e alla Tavistock Clinic (Hinshelwood 2018). Bion ha prodotto un corpus significativo di letteratura sul funzionamento inconscio del gruppo prima, durante e subito dopo aver completato la sua formazione psicoanalitica (Mawson 2014). Ha proposto il concetto di ‘assunti di base’ come difese inconsce che proteggono il gruppo dal dolore emotivo legato alle situazioni di lavoro (Bion 1952, IV, pp. 205-245). Bion scrisse sette contributi psicoanalitici tra il 1950 e il 1959. Tre articoli in particolare contengono le origini delle sue teorie del pensiero, del contenitore - contenuto e delle funzioni, che riguardano direttamente la sua teoria delle trasformazioni. “The differentiation of the psychotic from the non-psychotic personalities” (Bion 1957, VI, pp. 92-11) [“Criteri differenziali fra personalità psicotica e non psicotica” In “Analisi degli schizofrenici e metodo psicoanalitico” (1970)], include le formulazioni “that-which-links” e “that-which-joins” per denotare funzioni mentali inconsce. In “On arrogance” (Bion 1958, VI, pp. 131-137) [“La superbia” in Analisi degli schizofrenici e metodo psicoanalitico (1970) – Ritradotto col titolo L’arroganza, in Riflettendoci meglio (2016)] e in “Attacks on linking” (Bion 1959, VI, pp. 138-152) [“Attacchi al legame” Attacchi al legame, in Analisi degli schizofrenici e metodo psicoanalitico (1970)] si sostiene che le emozioni e le esperienze emotive fungono da legami, consci e inconsci, e che questi sono essenziali per la crescita e lo sviluppo della mente. Questi

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