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“costellazione” denota l’intero processo. — Bion trasse da Poincaré il concetto del “Fatto scelto”. Il fatto scelto è quel frammento di dati osservati che permette di dare ordine ad un campo di dati precedentemente non organizzato. Sia i fatti scelti che le congiunzioni costanti contribuiscono a organizzare i dati secondo le proprietà dell'invariante. Sandler (2005, p. 22, p. 25) ha notato che il concetto di trasformazioni mentali di Bion rispecchia il concetto di trasduzione del mondo fisico, in cui il contenuto dei dati rimane costante mentre cambia la forma dei dati. Consideriamo, ad esempio, la possibilità di effettuare una registrazione audio di qualcuno che canta una canzone. Il microfono converte in impulsi elettrici le onde sonore della voce trasportate dall’aria. Questi impulsi vengono immessi in un altro trasduttore, un dispositivo che li trasforma in dati digitali. Questa serie continua attraverso la trasduzione finale delle vibrazioni del cono dell'altoparlante in onde sonore trasportate dall'aria. In questo esempio, O rappresenta la situazione totale in cui si registra qualcuno che canta la canzone; il contenuto dei dati è ‘la canzone’, che è l'invariante; Tα rappresenta tutte le trasduzioni della forma; Tβ rappresenta il suono aereo prodotto dai coni degli altoparlanti. I trasduttori sono “dispositivi di congiunzione costante”, in quanto preservano l'invariante (il canto) pur modificando la forma in cui viene trasmesso. Tutte queste trasduzioni possono essere identificate perché esistono nel mondo fisico, diversamente dal regno non fisico della realtà psichica. Bion non alterò la teoria di base delle trasformazioni rappresentata da O ➔ Tα ➔ Tβ; si concentrò invece sull'esame di ciascun componente in dettaglio, il che si rivelò ben presto un’impresa straordinariamente complessa. O ➔ Tα ➔ Tβ può indicare un processo di trasformazione completo. Può anche rappresentare una delle innumerevoli, apparentemente infinite trasformazioni che compongono il processo totale, come negli esempi di canzoni e dipinti. Ciò rimane inimmaginabilmente complesso nel setting psicoanalitico, che comporta Tα alle prese con l’esperienza emotiva ineffabile e la realtà psichica non sensoriale. Le trasformazioni emergono e si evolvono direttamente dai cicli precedenti, e sono quindi di natura ricorsiva. Il modello ci permette di immaginare che l’esperienza di van Gogh nel campo di grano si sia evoluta attraverso innumerevoli cicli simultanei e ricorsivi di trasformazioni emotivamente intrise di complessità inimmaginabile, che in qualche modo hanno prodotto un dipinto a olio miracoloso, singolare e trascendente. Analogamente, fornisce un modello in cui l’esperienza bruta di un paziente evolve attraverso innumerevoli cicli ricorsivi di trasformazioni per produrre processi mentali inconsci e, infine, esperienza e sintomi. Ancora una volta, la teoria delle trasformazioni di Bion suggerisce un modello di come si sviluppa la mente, e non del perché la mente si sia sviluppata in quel modo.
II. Da. Il segno “O” L' elemento più complesso della teoria delle trasformazioni di Bion è il segno O. Nell'introdurre O, Bion paragonò il segno direttamente al concetto kantiano della “cosa in sé”
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