Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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relazione che avviene nella realizzazione di un bambino al seno. Il seno organizza un'invariante emotiva per le trasformazioni successive, che tra le altre funzioni può organizzare relazioni oggettuali inconsce. Bion ha scritto: “Dobbiamo supporre che il seno buono e il seno cattivo siano esperienze emotive” (p. 302). A tal fine, Bion ha rappresentato le tre più grandi categorie di funzioni di legame emotivamente permeate come L, o amorevoli, come in un buon seno; H (odio) come in un seno cattivo, e K, o conoscenza (vedi Trasformazioni in K e O, infra). Tuttavia, il pensiero non si sviluppa quando il seno trova una realizzazione in un bambino attaccato al seno con soddisfazione. Piuttosto, il pensiero nasce quando il bambino è frustrato e non riesce a produrre una realizzazione che gli consenta la soddisfazione. Ad esempio, quando il bambino ha fame e nessuna realizzazione incontra la pre-concezione del seno, Bion immagina comunque una relazione emotiva, in questo caso con un “no-breast” (o No-Breast). La relazione No-Breast collega le qualità emotive travolgenti e dolorose del non essere allattati al senza-seno. Queste vanno dalla frustrazione al “terrore senza nome”, o alla “paura di morire” (Bion 1962a, VI, p. 159), più tardi chiamata “paura subtalamica” (Bion 1973, VII). Il pensiero si sviluppa per trasformare la frustrazione e qualcosa di peggio; il pensiero trasforma l'esperienza emotiva del non essere allattati dal rifiutante No-Breast. Alla fine appare una realizzazione – la madre, il suo seno, ecc. – che diventa l’incarnazione della pre-concezione Il Seno. In tal modo, “soddisfa la natura incompleta [del bambino]” (1962a, VI, p. 159)). II. Dd. Trasformazioni, Griglia, Comunicazione laterale Con la sua “Griglia” Bion si proponeva di approfondire la teoria del pensiero (ad esempio, Bion 1963a, V, pp. 93-114; 1963b, V, pp. 101-114). La serie di righe e colonne raffigura trasformazioni di componenti del pensiero e delle loro funzioni, comprese le funzioni destinate a impedire il pensiero. Le righe presentano l'evoluzione filogenetica del pensiero, dal primitivo pre-mentale, o elemento β, a un sistema di pensiero altamente evoluto che Bion chiamò “Calcolo Algebrico”. Le colonne delineano l'evoluzione delle funzioni che gli elementi del pensiero possono svolgere, da una "affermazione”, che può essa stessa rappresentare un'esperienza emotiva iniziale, o una Verità, nella prima colonna, alla funzione finale dell'azione, nella sesta. Una delle caratteristiche più significative della Griglia è la colonna 2, che rappresenta la funzione difensiva primaria di dissimulare e persino distruggere la verità, quando la verità stessa è percepita come una minaccia di autodistruzione (vedi sotto “Trasformazioni e Verità emotiva”). Bion ha sottolineato che un analista non dovrebbe utilizzare o richiamare la Griglia mentre svolge il lavoro clinico, perché ciò costringe l'analista a ritirarsi dall'impegno emotivo immediato all'interno del momento clinico. Piuttosto, sperava che la Griglia aiutasse gli analisti a considerare gli eventi delle sedute in retrospettiva, mentre si trovavano in uno stato di quella che chiamava “meditazione retrospettiva”, che avrebbe aiutato anche a sviluppare l’intuizione analitica (Bion 1963a, V, p. 83). Inoltre, una delle più grandi speranze di Bion era che la Griglia potesse aiutare a

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