Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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La teoria delle trasformazioni ha il vantaggio di indagare l'esperienza emotiva e allo stesso tempo di proporre un nuovo orizzonte al campo analitico, facendone un campo non di causa ed effetto, non di origini e spiegazioni, ma di molteplici possibilità interpretative di un presente germinativo di significati. Poiché il momento presente è in continua evoluzione, il principio di incertezza deve essere applicato senza esitazione a tutte le interpretazioni. La psicoanalisi è un'indagine ampia e complessa su un oggetto vivo e complesso: la mente. II. Ea. Introduzione del Vertice della Complessità Per ampliare le sue tesi riguardo un oggetto così complesso, Bion collocò la psicoanalisi tra i campi dell'arte e della matematica. La sua intenzione era affrontare l'osservazione di un oggetto in continua evoluzione, che richiede un nuovo modo di pensare. Ciò significa utilizzare più vertici osservativi contemporaneamente, come in uno spazio non euclideo. Il rapporto tra arte, psicoanalisi e matematica è un esempio di Complessità. In sintesi, Bion crea un ponte tra diverse discipline in uno spazio che non appartiene a nessuna di esse. Questo ponte crea un flusso di pensieri immaginativi che si confrontano con i nodi scientifici, l'incertezza delle idee, le contraddizioni delle logiche, mirando a generare una tensione permanente nella ricerca della conoscenza (legame K) che possa essere coerente con l'incompletezza dell'indagine psicoanalitica. L’esempio del dipinto di Monet proposto da Bion all’inizio di “Transformations”, e successivamente nel suo seminario a Buenos Aires del 1968 (Bion 1968), e la sua riproposizione ed elaborazione contemporanea (Aguayo, Pistiner de Cortinas e Regeczkey 2018), invita il lettore a partecipare al modello di osservazione utilizzato dai pittori impressionisti: “...se prendiamo un quadro famoso, prendiamo, ad esempio, un famoso dipinto impressionista di Monet, noi lo ammiriamo e ne facciamo una fotografia mentale, dunque conosciamo K. Ovvero sappiamo che la foto ritrae alcuni papaveri in un campo e alcune case in lontananza, e possiamo apprezzare i sentieri che ci conducono a loro…” (Aguayo, Pistiner de Cortinas e Regeczkey 2018, p. 44). I pittori impressionisti, fortemente influenzati dall'informazione scientifica secondo cui l'occhio mescola i colori, dipingevano le immagini applicando pennellate di colori in modo che l'occhio potesse mescolarli. Se l'osservatore rimane a una distanza sufficientemente buona, vedrà l'immagine con le sue emozioni (sperimenterà l'impatto emotivo dell'immagine). Tuttavia, se ci si avvicina troppo al dipinto, si vedrà solo un'immagine sfocata; nel caso in cui si esageri, l'impatto emotivo dell'immagine sarà assente o molto debole. Lo stesso vale per l'analista nel processo di “dipingere” il paziente in virtù di un'interpretazione. L'idea generale che si trova nell'arte è il diverso tipo di sguardo che un pittore (o uno psicoanalista) può avere, utilizzando invarianti che possono essere (o meno) riconosciute dagli osservatori.

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