Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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sono sempre pensieri transitori, fatti in un singolo momento di decisione. Il momento seguente può rendere la decisione precedente non più accettabile. Bion ha provato a spiegare “O” avvalendosi anche dell’estetica del linguaggio di John Milton nel “Paradiso perduto”, dove si parla del “vuoto e informe infinito”. Questa citazione rende molto chiaro che cosa intenda Bion quando indica l’infinito come la mente inconscia. Pertanto, “O” definisce l'Inconscio come qualcosa che va sempre al di là di ciò che possiamo pensare che esso sia. È qualcosa sempre in espansione (work in progress), un'essenza ineffabile e inaccessibile quanto la realtà o la verità ultima. Questa formulazione si collega strettamente ai problemi relativi all'osservazione, presenti nella critica epistemologica che deriva dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg (1929). Questa critica richiede che si cerchi un nuovo sistema osservativo quando quello corrente si satura di interpretazioni offuscate dai molti possibili legami emotivi con l'oggetto osservato. La tesi principale è che l'osservatore dovrebbe collocare il fatto osservato in un nuovo sistema per verificarne la validità. Le metafore scelte da Bion sono quelle della geometria proiettiva algebrica, che occupa un posto centrale nella matematica moderna e, presenta numerose connessioni concettuali con ambiti diversi come l'analisi complessa, la topologia e la teoria dei numeri. L'applicazione coerente della teoria matematica delle funzioni alla teoria del pensiero è, probabilmente, il motivo principale che ha spinto Bion a scegliere come sistema di verificabilità delle teorie analitiche tale strumento matematico. Così, il seno diventa un punto, il movimento della bocca verso il seno una linea, i due seni diventano due punti, l'identificazione proiettiva diventa un'iperbole: “è conveniente postulare l’esistenza di una mente rappresentata internamente da punti, posizioni di oggetti, luoghi dove qualche cosa soleva essere o sarebbe in un certo momento futuro. Gli oggetti percepiti nello spazio contribuiscono alla trasformazione di questi elementi (analoghi a ξ) in non-cose specifiche” (Bion, 1973, p. 150, Ediz, Italiana) L'uso di questo nuovo spazio è paragonabile al concetto matematico di spazio -non lineare di Hilbert (Chuster, 2018), che è uno spazio non-euclideo. Lo stesso Bion afferma che nell’utilizzare tale modello, il suo intento era fare per la psicoanalisi ciò che i modelli non- euclidei avevano fatto per la geometria, ossia dare ai geometri la libertà di pensare. Ad esempio, il meccanismo dell'identificazione proiettiva in un sistema geometrico può essere descritto come un movimento ad iperbole che lancia degli oggetti per aria, con una traiettoria curva, verso un bersaglio lontano. La distanza (corrispondente ai gradi di distorsione nello spazio) definisce il tipo di trasformazione, nonché la sua durata nel tempo (intensità). È importante sottolineare che questo sistema di osservazione introduce sempre due parametri: il tempo e lo spazio. “Con il termine iperbole, intendo legare la costante congiunzione di una forza crescente di emozione con una forza crescente di evacuazione. È irrilevante per l'iperbole che cosa sia l'emozione; ma dall'emozione dipenderà se l'espressione e” (Bion, 1965*, p.142; Citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.)

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