Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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proiettive potrebbero essere paragonabili alle infiltrazioni d'acqua in un muro: l'acqua percorre strade invisibili fino a quando all'osservatore può apparire qualcosa di simile a una perdita, senza che si riesca a capire da dove cominci (la disconnessione tra il significato e la sua fonte, come nei sintomi somato-psicotici ( somato- psychotic) o in alcune azioni sproporzionate). Un altro esempio è l'aumento dell'idealizzazione (inibizione del pensiero), in contrapposizione alla realizzazione (creazione di pensieri). Tuttavia, quando si sviluppa la comunicazione, l'interazione a questo livello primitivo può essere ampliata e potrebbe iniziare un ciclo di trasformazioni a moto rigido. 3) Trasformazioni a moto rigido. La parola rigido non ha nulla a che fare con la rigidità, ma con la geometria che prevede una trasposizione di punti: si tratta di utilizzare, come faceva Freud, gli eventi passati per comprendere ciò che avviene nel presente. Tale comprensione, esemplificata da un'interpretazione freudiana, può portare a una trasformazione in K. 4) Trasformazioni in K. Il fine delle interpretazioni è quello di produrre un sapere su se stessi, fino al punto di trasformarsi in una qualche saggezza personale. Tuttavia, va notato che il lavoro dell'analista può arrivare solo fino al punto che porta K à (O), la trasformazione analitica. Il resto del lavoro consiste nel working through dell'analizzando, che può portare (o meno) a una trasformazione in O. 5) Trasformazioni in O. I processi di trasformazione rappresentano il movimento di diventare se stessi grazie a una K (saggezza) che si incarna; si verificano solo nel tempo interno dell'analizzando. L'analisi non comporta alcuna distorsione spaziale, né alcuna proiezione. C'è solo una sorta di “caduta” in un sé (senza una conoscenza, solo un divenire). In una sua originale disamina molto teorica, Arnaldo Chuster (Chuster 1999, 2002, 2014, 2018) considera l'esperienza dello spazio-tempo, delineata dalla teoria delle trasformazioni, come un punto originale dell'opera di Bion (1965*). In questo contesto, il tempo e lo spazio sono parti della funzione che crea la nostra esistenza come esseri umani. Pertanto, sono parti innate e permanenti della pre-concezione, così come le nostre concezioni e i nostri concetti che ci permettono di vivere con noi stessi, e con noi stessi nei gruppi. Questa definizione crea una controversia, perché uno dei significati espressi è la presenza del tempo nell'Inconscio, il tempo futuro dell'Inconscio, il che ha un senso se si pensa alle idee di Bion sulla complessità in “Memoria del futuro” (1998), o a quello che egli definisce un ‘atto di fede’ in “Attenzione e interpretazione” (1973). Questa ipotesi è praticabile solo nel contesto della complessità. Non è praticabile (o sensata) nel contesto di modelli deterministici o ermeneutici. Ogni tipo di trasformazione trasmette un'esperienza emotiva diversa del tempo, così come un'esperienza diversa delle immagini (forme spaziali) presenti a livello inconscio. Questo fa pensare alla comunicazione tra inconscio e inconscio descritta da Freud, che tuttavia non la spiegò nel dettaglio, mentre Bion lo fa in maniera accurata, complessa e profonda. Le trasformazioni in K, ad esempio, hanno come risultato un'esperienza del tempo simile a quella del tempo logico referenziale semplice; è un'informazione che si collega a

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