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Per “l'ultimo Bion” (dopo “Trasformazioni”), l'analista quando è al lavoro dovrebbe trovarsi in questa dimensione. In questa dimensione indifferenziata, non rappresentata, inconoscibile, il percepire è in realtà sia un divenire sia contemporaneamente una trasformazione in O . In una trasformazione in O (Bion ha concepito la trasformazione in O più tardi della metafora dell'albero, tuttavia utilizzando quella metafora si potrebbe dire che c'è un contatto intuitivo con l'albero stesso e non solo con i riflessi, le rappresentazioni. L'albero in quel momento è visto come lo vede un mistico, cioè non attraverso la percezione, ma in uno spazio vuoto dove l'albero può apparire, dove si diventa l'albero. Questo tipo di Trasformazione in O è molto diverso dalle Trasformazioni in K descritte in precedenza da Bion. Una Trasformazione in K è un modo di rappresentare o mentalizzare un'esperienza, un oggetto psicoanalitico. Per questo, una trasformazione in allucinosi veniva considerata patologica. Nell'ottica successiva di Bion, una Trasformazione in O è una nuova esperienza anziché la rappresentazione di un'esperienza già avvenuta. Si tratta di un’esperienza al di fuori delle rappresentazioni (verbali) e quindi si trova nell'infinito. In un'analisi riuscita possono verificarsi due o tre trasformazioni di questo tipo, e sono esse che rendono l'analisi terminabile (Bion, 1970/1986). Nelle parole di Bion, per facilitare una trasformazione in O l'analista deve essere il più vicino possibile all’infinito: è da lì che può intuire il movimento spontaneo da O a K. L'analista deve aspettare che avvenga una trasformazione in O e che spontaneamente prenda forma in K. Il movimento è sempre da O a K, e solo quando questo avviene la T(O) può prendere forma. Un'esperienza del genere, una Trasformazione in O, non può avvenire per volontà dell'analista. Bion ha sviluppato una tecnica che consente di essere attenti, sensibili a questo aspetto per poterne fare esperienza, per diventare O. Si tratta di essere in uno stato di Fede senza memoria, senza desiderio, senza comprensione, senza coerenza. L'analista a questo livello deve in ogni caso astenersi dall'essere accecato dal ragionamento e dall'aspetto sensoriale del paziente.
II. GLI SVILUPPI POST-BIONIANI E CONTEMPORANEI
III. A. SVILUPPI E CONTRIBUTI DALL’AMERICA-LATINA Secondo Elias Rocha Barros (2015, 2017), la pratica clinica latino-americana è, da un lato, saldamente strutturata attorno ai fondamenti freudiani, ma dall'altro lato è sempre più influenzata dalla teoria kleiniana e bioniana nei loro aspetti più ampi e generali. Così, secondo Barros (2015), per Bion quello di Trasformazione era un concetto molto specifico, in America Latina esso ha gradualmente acquisito un significato più esteso ed è diventato di fatto un'ampia teoria del cambiamento psichico. A suo avviso, nella cultura psicoanalitica latino-americana la Trasformazione è stata essa stessa trasformata, e definita da alcuni come “... la serie di
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