Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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angoscia. Negli stati autistici, il paziente ospita nella mente un analista privo di esistenza; ciò genera stati mentali di non integrazione nell’analista stesso, inibendo in molti casi la sua capacità di identificare il tipo e la qualità della comunicazione del paziente. Korbivcher (2005, 2010, 2013 a,b, 2017) ha proposto una sintesi tra il lavoro di Bion - soprattutto delle sue idee sulle parti psicotiche e non psicotiche della personalità (1957) e della sua Teoria della Trasformazione (1965) – e quello della Tustin sugli stati autistici e non integrati (1986, 1990), Il contributo essenziale di Korbivcher può essere ricondotto a una serie di elementi specifici delle concettualizzazioni di Tustin e Bion. Secondo Frances Tustin (1986, 1990), i fenomeni autistici si manifestano soprattutto in individui che mostrano un’elevata sensibilità e un’estrema auto-sensorialità. Per questi individui l’esperienza della separazione corporea dall'oggetto primario, nell'infanzia o nella prima parte della vita, è avvenuta in modo brusco e prima che fosse stata acquisita una capacità di tollerarla. La separazione viene così vissuta come se una parte del proprio corpo o del proprio Sé fosse stata strappata via, con la conseguente minaccia di imminente annientamento, lasciando dei buchi interni analoghi a dei “buchi neri”. Esperienze di questo tipo spingono l'individuo a sviluppare condotte autistiche che lo portano a ritirarsi in un “guscio protettivo”, in cui rimanere assorbito in una sensorialità auto-indotta. Nella dimensione autistica, la relazione che si stabilisce con l'oggetto avviene attraverso oggetti autistici e forme autistiche ; in questo modo, l’individuo si garantisce uno stato di continuità con l'oggetto che lo protegge da esperienze insopportabili di vulnerabilità quando si trova ad affrontare la consapevolezza della separazione. L'oggetto autistico protegge dalla consapevolezza della mancanza dell'oggetto, per cui le sensazioni di terrore che derivano dall'assenza dell'oggetto vengono soppresse. Le forme autistiche sono costituite da esperienze sensoriali che acquisiscono caratteristiche del tutto particolari per quell'individuo, non condivise con altri. Si tratta di esperienze con oggetti morbidi e con sostanze corporee sentite come confortanti e tranquillizzanti. Con la loro azione fisica, esse promuovono i rudimenti dell’idea di limiti che contengono uno spazio al loro interno (Tustin 1986, 1990). Successivamente, diversi contributi di Korbivcher (2005, 2010, 2013b, 2017) hanno collegato i fenomeni autistici e non integrati alla teoria di Bion. In particolare, alla teoria delle Trasformazioni e alle considerazioni sulla mente embrionale che sono contenute negli ultimi articoli dello psicoanalista inglese. La nozione bioniana di una mente multidimensionale offre un sostegno per considerare altri tipi di trasformazioni. Clelia Korbivcher ha dunque cercato di includere i fenomeni autistici e di non integrazione di Tustin nella Teoria delle Trasformazioni, e ha proposto due nuovi gruppi di trasformazioni: le trasformazioni autistiche e le trasformazioni non integrate , che potrebbero essere collocate accanto alle trasformazioni nevrotiche e psicotiche.

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