Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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proprio corpo. In definitiva, a prevalere è la minaccia di perdere la nozione stessa dell'esistenza. Sono espressione di questi stati le minacce di cadere in un “buco nero”, di dissolversi, e di fuoriuscire dal corpo. La Tustin (1986), riferendosi alla non integrazione, scrive: “Quando i pazienti autistici, nel corso della psicoterapia, emergono dal loro stato, mostrano molto chiaramente di essere sul punto di 'cadere' o di essere 'lasciati cadere'. Per esempio, l’assenza fisica dell'analista, per un fine settimana e per una vacanza, non è vissuta da questi pazienti come un rifiuto, come accadrebbe con pazienti in una condizione di reazione nevrotica, ma una reale rottura fisica in un substratum che hanno vissuto come ciò che li sosteneva. Si sentono letteralmente e materialmente “abbandonati”. Il terreno sembra essersi aperto sotto i loro piedi e si sentono sull'orlo di un abisso che si apre davanti a loro... Nello stadio elementare del loro sviluppo psichico essi hanno avuto l’impressione di essere sul punto di cadere nel (e avere un) vuoto, senza che ci fosse nessuno ad afferrarli o interrompere la caduta” (p. 183, Ediz. Ital.)). La sofferenza primaria per la ferita originaria della separazione fisica dalla madre può poi ripresentarsi in successive situazioni di separazione. Secondo la Tustin (1990), la perdita della concezione stessa dell'esistenza è probabilmente la più grande minaccia che un essere umano possa sperimentare, peggiore della morte stessa. Quando si affronta la morte, un essere umano si lascia alle spalle il corpo, mentre quando la minaccia è la perdita della concezione dell'esistenza stessa, rimane il nulla. Nei suoi ultimi lavori, Bion (1977*, 1979b, 1980, 1991/1992, 1997) ha mostrato un forte interesse per il funzionamento degli stati mentali embrionali e per le manifestazioni dei fenomeni primari. Nel 1975, durante un incontro della Società Psicoanalitica di Los Angeles, egli pose le seguenti domande: “In quanto psicoanalisti, sarebbe possibile pensare che nell'essere umano, ci siano ancora delle tracce che indicano una presenza nella mente di qualcosa di analogo a quello che c’è nel corpo quando si osserva che una volta c’erano le fosse ottiche, o che c'erano le fosse uditive? C'è qualche parte della mente umana che mostra ancora segni di un'“embriologica” predisposizione all'intuizione, sia visiva che uditiva?”. Secondo Bion (1991/1992), gli equivalenti mentali dei resti embrionali sono visibili anche quando l'individuo esercita la funzione evoluta del linguaggio. Una delle scoperte fondamentali della psicoanalisi è il contatto con questi stati mentali arcaici, manifestazioni e modelli primitivi di comportamento che possono essere rilevate anche negli individui più civili e colti. Di conseguenza, Bion ha fatto riferimento anche a uno stato mentale in cui le idee o i pensieri non sono mai stati coscienti e/o inconsci e la cui origine è irraggiungibile: “... la cosa più vicina a cui posso dare un titolo provvisorio è quella di uno stato mentale inaccessibile. ...” (Bion 1997, p. 50, Ediz.Ital.). Bion (1974, 1975) ha proposto il termine “paura subtalamica” come aspetto che si riferisce alle proto-emozioni . L'ha definita come una paura che non è controllata dalla mente e,

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