Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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pertanto, non può acquisire un significato. La paura subtalamica si riferisce a manifestazioni corporee di residui di parti prenatali che coinvolgono le ghiandole surrenali e la secrezione di adrenalina, che si attivano in determinati momenti, portando l'individuo a reazioni non pensate di attacco e fuga. Korbivcher ipotizza che Bion, nei suoi ultimi lavori, stesse forse iniziando a formulare una categoria di fenomeni simili a quelli di non integrazione . Di conseguenza, propone di includere questo tipo di fenomeni nella teoria delle Trasformazioni. Le trasformazioni non integrate , secondo Korbivcher, sono caratterizzate da intense manifestazioni corporee, non mentali. Si sviluppano in un ambito non integrato, con conseguente assenza della delimitazione del Sé e della concezione di un oggetto separato. Alcune delle invarianti delle trasformazioni non integrate avrebbero a che fare con uno stato di minaccia e vulnerabilità permanente, e uno stato di terrore di perdere la concezione stessa di esistenza. I fenomeni autistici si originano da fenomeni non integrati . Quindi, essi sono correlati, ma con caratteristiche diverse. Negli stati non integrati, il rapporto tra “me” e “non-me” non è determinato dall'identificazione proiettiva, come nelle aree nevrotiche e psicotiche, o dall'equazione adesiva, come nelle aree autistiche. In questi stati, non c'è adesione o identificazione ad un oggetto. Non c'è discriminazione tra interno ed esterno. Al contrario, il Sé si diffonde, causando uno stato di minaccia permanente di caduta, fuoriuscita o dissoluzione. In queste circostanze, l'individuo reagisce in genere con il tentativo di attuare in modo autistico misure di protettive per ottenere uno stato di maggiore coesione attraverso il proprio corpo. Le trasformazioni non integrate consentono di espandere il campo di osservazione dell'analista alle aree non integrate della personalità, al di là della componente autistica. Così, il campo analitico si allarga ad aree non ancora integrate, in cui non si è sviluppata la concezione di un confine che permetta di tenere insieme i contenuti emotivi. Tenendo presenti come modello le considerazioni contenute in “Transformations”, le trasformazioni autistiche e non integrate permettono di comprendere i fenomeni autistici e i fenomeni non integrati. L'analista viene coinvolto nel contesto dell'esperienza emotiva condivisa con il paziente e le sue osservazioni emergono come l'anello di una catena fatta di reciproci movimenti che derivano dall'interazione della coppia (Korbivcher, 2005, 2010, 2013b). La proposta del concetto di trasformazioni autistiche e trasformazioni non integrate permette all'analista, sulla base della sua esperienza emotiva, di identificare fenomeni autistici e non integrati anche nei pazienti nevrotici, in modo da avere un'ulteriore opportunità di incidere trasformativamente su di essi. È necessario sottolineare, in ogni caso, che il concetto di trasformazioni autistiche ha a che fare con configurazioni mentali di carattere autistico e non con l'autismo patologico. In modo analogo a Bion (1965*), che evidenzia fenomeni di allucinosi proponendo il concetto di trasformazioni in allucinosi - che non sono allucinazioni - Korbivcher propone il concetto di trasformazioni autistiche per distinguere tra fenomeni autistici e autismo patologico.

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