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III. B. SVILUPPI NORDAMERICANI L'opera di Bion ha influenzato la psicoanalisi nordamericana in misura minore rispetto ad altre aree dell'IPA. In merito a questo, basta vedere quante sono le ore di lezione dedicate a Bion dagli Istituti nordamericani certificati dall'International Psychoanalytical Association che pubblicano online i loro programmi di formazione. In questi Istituti, il numero di seminari dedicati al lavoro di Bion varia da zero a diciotto. La maggior parte di essi offre circa quattro o sei seminari durante i quattro o cinque anni di formazione (l'Istituto che offre diciotto seminari è un caso a parte). Se il curriculum di un Istituto riflette i suoi valori in materia psicoanalitica, si può dire che il Nord America riconosce il lavoro di Bion ma non lo promuove. Sono relativamente pochi gli analisti nordamericani che dichiarano di lavorare seguendo prevalentemente un approccio bioniano. Inoltre, la definizione di termini come “approccio bioniano” o “teoria bioniana” è inevitabilmente un riflesso dello studio e dell'interpretazione personale del suo lavoro, un modo peraltro che Bion incoraggiava esplicitamente. Bion, nel 1967, si era recato a Los Angeles per una serie di seminari e supervisioni, e si trasferì in California nel 1968, ma il suo lavoro ha avuto poca influenza pratica negli Stati Uniti. Bion era molto conosciuto nel Regno Unito come esponente del gruppo kleiniano e aveva ricoperto la carica di Presidente della Società Psicoanalitica Britannica, ma detestava la politica e le difficoltà legate a quell'incarico. Inoltre, molti dei suoi colleghi cominciarono a dubitare della sua fedeltà alle idee kleiniane quando presentò loro le sue posizioni più recenti. Invocando Prometeo, Grotstein ha descritto il motivo per cui Bion “fuggì” dalla Gran Bretagna: “Si dice che prima di arrivare a Los Angeles, il fegato di Bion fu metaforicamente mangiato dagli avvoltoi a Londra” (Grotstein 2007, p. 20; citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Gran parte del problema era imperniato sul concetto di “O” - il simbolo iniziale della Teoria delle trasformazioni di Bion - che egli aveva presentato per la prima volta alla Società nel 1963 (Bion 1963b). Bion si scoprì presto emarginato dalla Società e dall'Istituto Psicoanalitico di Los Angeles, che come cultura psicoanalitica si riferiva prevalente alla psicologia dell'Io americana, che era profondamente avversa alle idee kleiniane. Bion era ricercato come analista solo da un piccolo numero di candidati e colleghi. Diversi analizzandi di Bion iniziarono far conoscere le sue idee a livello locale, e fu proprio un suo analizzando, James Grotstein, che con i suoi contributi riuscì a diffondere le idee di Bion in Nord America. I recenti dizionari di psicoanalisi nordamericani dividono gli scritti di Bion in tre periodi: il primo periodo, in cui esplorò il funzionamento dei gruppi; il periodo intermedio, tra la metà degli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta, in cui costruì la sua teoria; il periodo finale, in cui si espresse in forma letteraria (Auchincloss e Samberg, 2012, p. 24). Tuttavia, come per la comunità internazionale, gli analisti nordamericani ‘vicini a Bion’ utilizzano per lo più il modello di Bléandonu, che divide il lavoro di Bion in quattro periodi: il periodo iniziale, quello del lavoro sui gruppi, pre-psicoanalitico; il periodo dedicato alla psicosi, che si estende dal 1950 al 1959; il periodo epistemologico di costruzione della teoria, dal 1962 al 1970; l'ultimo periodo, che comprende i seminari internazionali, diversi brevi articoli e un romanzo in tre parti (Bléandonu 1994). Bléandonu suddivide il periodo epistemologico cronologicamente in due parti, l’ultima delle quali inizia con Trasformazioni (Bion 1965). A livello internazionale,
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