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i sistemi dell'Inconscio profondo e del Conscio, e provvedono in primo luogo alla codifica visiva degli elementi delle percezioni inconsce emotivamente intense e intollerabili e al loro immagazzinamento nell'Inconscio profondo. In questo modo, la loro trasformazione e l'accesso alla mente cosciente sono facilitati, nel qui-e-ora, dai messaggi interpretativi dell'analista sintonizzati sull’interazione affettiva. L'azione interpretativa trasformativa del terapeuta viene progressivamente introiettata dal paziente come funzione trasformativa, attraverso un complicato processo di working through . La trasmissione e la codifica dei messaggi inconsci, emotivamente più intensi, comporta inevitabilmente elementi di angoscia primitiva di morte e proiezioni di immagini di morte, per cui sia l'analista che il paziente possono esserne influenzati e i processi di trasformazione di entrambi possono ostacolarsi reciprocamente, in un ciclo ripetitivo di transfert-controtransfert-resistenza all'interno del campo bi-personale senza confini chiaramente delineati. In questo contesto, lo stesso Langs descrive come una particolare disfunzione dei sottosistemi di trasformazione, e la mancata attivazione della funzione trasformativa, possa provocare sintomi psicotici come allucinazioni e deliri.
III. C. SVILUPPI E CONTRIBUTI EUROPEI III. Ca. Antonino Ferro
Antonino Ferro ha sviluppato l'idea delle “trasformazioni in sogno”, per descrivere l’atteggiamento dell'analista che accoglie le comunicazioni del paziente come se fossero la narrazione di un sogno; questo assetto permette all'analista di rendere meno concreta la comunicazione del paziente, cioè di ‘deconcretizzarla’. Queste trasformazioni in sogno diventano il “vertice” organizzatore del campo (vedi voci INTERSOGGETTIVITÀ, CONTROTRANSFERT, CONCETTI E TEORIE DEL CAMPO PSICOANALITICO) e creano “personaggi” da cui si generano derivati narrativi che trasformano la relazione analista-paziente. Pertanto, seduta dopo seduta, analista e paziente modificano il loro posizionamento reciproco, e l'attività di decostruzione o ‘de- concretizzazione’ del testo manifesto si apre al maggior numero possibile di livelli di interpretazione così come all'intercettazione di un'ampia polisemia di significati nel racconto del paziente. “Coniugando il concetto di Bion di “pensiero onirico della veglia” con il concetto di campo e di personaggi della seduta, abbiamo uno spazio-tempo in cui i turbinii di elementi β vengono trasformati dalla funzione α del campo in pensieri onirici del campo. Su di questi si opera con le trasformazioni narrative (in cui non vi è decodificazione, ma la trasformazione avviene favorendo la narrazione), che si aggiungono quelle classiche descritte da Bion (1965) - trasformazioni a moto rigido, trasformazioni proiettive e trasformazioni in allucinosi - e alla trasformazione in sogno da me postulata.” (Ferro 2009, p. 408).
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