Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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III. Cb. Fernando Riolo Riolo (2007) considera i diversi tipi di trasformazioni descritte da Bion come forme assunte dalle relazioni tra le parti non psicotiche e quelle psicotiche della personalità, cioè tra la dimensione capace di tollerare il conflitto e la frustrazione e quella caratterizzata da onnipotenza, odio, invidia, avidità, rivalità; una parte, quest’ultima, che non è in grado di tollerare l'assenza di soddisfazione e l'esistenza di oggetti indipendenti dal Sé, per cui si trova obbligata a costruire una realtà interna ed esterna finalizzata all'evacuazione della frustrazione, dell’esperienza e della conoscenza di sé. Secondo Riolo (2007), le sorti di un significato si collocano tra questi due processi: insieme agli affetti e alla rappresentazione, il significato può essere riconosciuto, rimosso, proiettato, negato o espulso. Riolo conclude che l'analisi, nel suo specifico senso cooperativo, diventa un sistema di trasformazioni per cui i processi somatopsichici inconsci – rimossi o meno – accedono ad una condizione di rappresentabilità e diventano capaci di trasformarsi in pensieri e significati. È in effetti in questo che consiste la trasformazione analitica: ciò che in origine era una quantità pulsionale o affettiva, una sensazione, un'emozione o un'azione, si trasforma in un'immagine onirica, nella rappresentazione di un desiderio o di un'angoscia, in una parola, in un'interpretazione o in un significato. I II. Cc. Elaborazioni nel Regno Unito In larga parte, gli analisti inglesi si sono attenuti alle prime concettualizzazioni di Bion su ‘K’ (da “Apprendere dall'esperienza”) e lo hanno differenziato dal ‘sapere circa’ difensivo di cui si parla in “Transformations”. Essi combinano questa prima versione di “K” con la riflessione su “O” soprattutto dal punto di vista dell'“essere”. Per quanto riguarda il testo “Transformations”, gli analisti britannici si sono concentrati soprattutto sulle vignette cliniche (Abel-Hirsch 2019), che sono state molto apprezzate. In una vignetta si descrive un paziente in cui si verifica un drammatico cambiamento di stato, cosicché ciò che prima veniva percepito come dolore corporeo si trasforma in figure esterne minacciose. Un'altra vignetta, che ha avuto un notevole impatto sul lavoro clinico britannico, è quella del paziente che ‘ agisce per rivalità’ (Bion 1965, p. 136). In essa si illustrano le ‘trasformazioni in allucinosi’ in cui “viene suscitata una rivalità profonda e assoluta nei confronti degli intenti dell'analisi... Egli [il paziente] si ostina a sondare l'analista per suscitare risposte non utili”. Bion suggerisce che queste attività e sensazioni siano essenzialmente equivalenti alle allucinazioni” (Taylor 2011 p. 1107. Citazione tradotta per questa edizione, N.d.T.). Le vignette cliniche di Bion sono utilizzate per la chiarezza che offrono in merito al modello mentale del paziente e alla natura dell'enactment in seduta. Il suo lavoro clinico è una risorsa per gli analisti di tutti i gruppi britannici (freudiani contemporanei, indipendenti e kleiniani). La tradizione britannica pone grande enfasi sull' ‘essere in’ seduta, paziente e analista, disciplinati nella memoria e nel desiderio, ma fa scarso riferimento alle trasformazioni in ‘O’. Su ciò, molto probabilmente, ha influito Betty Joseph, stretta collaboratrice di Bion, che nel

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