sempre ‘anticipa’ i tempi ed è in grado di indirizzare il corso degli eventi, da tempo ne sottolinea l’importanza come faro-guida della strategia delle aziende verso un nuovo modello business green. L’Unione Europea all’interno del PNRR finanzia in maniera significativa questo nuovo modello. E’ oggi in atto una significativa riallocazione del capitale in impieghi sostenibili; qualità sempre più importante per valutare la capacità di ogni azienda di attrarre capitali con aziende sempre più determinate a condividere questo obiettivo e portare beneficio a tutti gli stakeholders (azionisti, clienti, dipendenti e comunità in cui operano), interiorizzando pratiche sostenibili e adottando coerenti piani di comunicazione che evidenzino obiettivi, modalità di implementazione, tempistiche funzionali alla sua realizzazione. Tuttavia, si sta sempre più facendo strada una narrazione negazionista che parte della politica sta facendo propria: non è in atto nessun riscaldamento globale. E se proprio dovesse dimostrarsi che un cambiamento è in corso, questo non è causato dall’uomo. E quantunque lo fosse “la soluzione alla crisi climatica non deve alterare il nostro stile di vita”: cioè non dobbiamo rinunciare a quanto e a come consumiamo e questo nonostante le molteplici evidenze presentate dalla comunità scientifica dichiarino tutt’altro. Così, grazie all’azione di queste lobby, il cambiamento climatico è diventato gradualmente un’opinione politica a prescindere dai risultati scientifici . Credo invece si debba prendere coscienza che non basta l’impegno dei singoli, non basta l’impegno di singole regioni e neanche quello dei singoli stati. Oggi serve un nuovo paradigma socioeconomico almeno a livello continentale, adottato senza riserve da ogni singolo stato, in quanto il problema da affrontare è un problema sistemico e come tale deve essere combattuto.
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