di filiera agroalimentare, che non sia più causa della riduzione della fertilità dei terreni, dell’inquinamento delle acque, della perdita di biodiversità e delle emissioni di gas serra. L’esigenza di una produzione alimentare più attenta al legame tra salubrità, qualità e sostenibilità è imprescindibile, sia negli orientamenti politici che nelle preferenze dei consumatori. In altre parole, da una parte, si prospetta la necessità di una maggiore produttività e, dall’altra, di una maggiore sostenibilità . Produttività e sostenibilità sono due obiettivi in contraddizione? Sono necessari entrambi. L’imprenditore agroalimentare dovrà imparare ad aumentare la produzione, con una maggiore sostenibilità. Gli impegni e i vincoli ambientali sono destinati ad aumentare nei prossimi anni. La produttività e la sostenibilità deve riguardare tutta la catena agroalimentare. Non serve aumentare la produzione se permangono gli attuali sprechi lungo la filiera. Per accrescere la produttività e la competitività dell’agroalimentare è necessario innanzitutto un uso più efficiente delle risorse, per riuscire a produrre con meno acqua, meno energia, meno fertilizzanti (soprattutto fosforo e azoto) e meno pesticidi. Serve un nuovo approccio fondato su un minor sfruttamento delle risorse ambientali, sul recupero e la valorizzazione delle materie prime e dei rifiuti dei processi produttivi, con conseguente riduzione degli input chimici e sull’utilizzo delle energie rinnovabili; elementi che richiedono
un’innovazione dei processi produttivi basata sulle nuove tecnologie. Come fare? La ricetta è: visione, mercato, ricerca e innovazione.
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