NORCIA 2023 - GLOCAL ECONOMIC FORUM ESG89

del suolo, all’abbandono di pratiche frutto di esperienze millenarie. L’erosione dei margini economici per l’abbassamento dei prezzi e l’aumento dei costi, ha esasperato la ricerca di una sempre maggiore produttività a volte anche a scapito della stessa sopravvivenza dell’agricoltura nel lungo periodo. La sottrazione dei terreni per altri usi, con la cementificazione dei terreni migliori di pianura, oltre agli effetti sul territorio e sul paesaggio sempre più evidenti, ha comportato la migrazione di coltivazioni intensive verso territori interni, collinari, vocati ad un tipo di agricoltura certamente non intensivo. Negli anni abbiamo osservato l’effetto di abbandono dei territori agricoli più marginali per insufficienza di sostentamento economico e delle infrastrutture e la marginalizzazione delle agricolture più performanti di pianura. Ne hanno risentito la custodia del territorio con l’abbandono e la desertificazione di tutta la fascia montana, la mancata cura dei terreni, la soppressione delle reti idriche specie di pianura (basti pensare ai canali e ai “vallati” che segnavano anche il più piccolo corso d’acqua), ecc. Questo modello di agricoltura ci ha sfamato ma alla lunga ci impoverisce e ha scarsa capacità di perpetuarsi. Occorre tornare a modelli di sviluppo, anche in agricoltura, che sappiano coniugare i progressi che la scienza e la ricerca hanno introdotto nel mondo agricolo (basti pensare al ruolo della genetica, alla biologia e anche alla stessa chimica, alla automazione e alla informatizzazione) con l’adozione di metodiche rispettose dell’ambiente (inteso come acqua, suolo e aria) e che spesso si rifanno alle tradizioni. In una parola rendere sostenibili (nel senso di sopportabili e in equilibrio per il pianeta e l’ambiente) le attività umane come lo sono state per secoli. L’agricoltura del futuro deve puntare ad essere quanto più “rigenerativa” per preservare sé stessa all’infinito nel susseguirsi di cicli e stagioni, diverse e sempre uguali. Con il fine, sempre, di vedere riconosciuto il ruolo nella produzione di beni primari fondamentali per la vita. Le previsioni FAO a medio termine prevedono la necessità di sfamare almeno 10

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