miliardi di individui e servirà una agricoltura in grado di sostenere la domanda di cibo. L’Italia è un Paese piccolo, con una agricoltura estremamente frammentata, che certamente non può competere, secondo una visione produttivistica con altri colossi mondiali. Dobbiamo perciò puntare sempre più su produzioni di qualità, con tradizioni storiche senza eguali, e che vanno incentivate e promosse lungo tutta una filiera che coinvolge in pieno la trasformazione agroalimentare . L’agro-industria, che deve essere integrata in processi di filiera, ha un ruolo determinante nel dettare i processi produttivi che partono dal seme alla trasformazione, attraverso disciplinari di produzione, modelli di coltivazione, percorsi produttivi, formazione, assistenza tecnica, ecc. I processi devono però essere misurabili e quantificati in ogni fase. Senza, il concetto di sostenibilità sarebbe solo una vuota enunciazione . Strumenti di misura che, accanto alla salubrità e qualità degli alimenti, devono garantire l’efficientamento nell’uso dell’acqua, la misurazione delle emissioni e del bilancio energetico, l’impronta carbonica, il walfare aziendale e i corretti interventi lungo tutta la filiera alimentare. Non basta scrivere “sostenibile” sulle confezioni per soddisfare il consumatore. Le filiere agro-industriali hanno un ruolo trainante in questo fondamentale passaggio culturale e vanno incentivate, sostenute e riconosciute. Ricordiamoci sempre che senza un sano e integrato comparto agro-industriale, sostenibile e di qualità, morirebbe tutto “ il made in Italy ” di cui andiamo correttamente fieri.
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