ecologica e quindi anche alla salvaguardia dell’ambiente rafforzerà il brand, dando risalto nel prodotto stesso alla sostenibilità della filiera attraverso la promozione di modelli di produzione efficienti e stili di consumo consapevoli. Siamo quindi autorizzati a sognare un “ prodotto sostenibile ” con lo stesso percorso del “ prodotto Bio ” ma maggiore sensibilità sul mercato. In questo modo, inoltre, si potranno favorire approcci integrati che possano vedere i produttori agricoli ed i trasformatori industriali accomunati nell’ambito di scenari in cui la cooperazione potrà assumere forme, quali ad esempio le comunità energetiche, per poter programmare degli investimenti per la produzione e l’accumulo di energia a beneficio dell’intera filiera e delle comunità circostanti i siti aziendali. Si potrà così ottenere anche un “ travaso ” di competenze e una diffusione di sensibilità che arricchirà entrambi gli attori, con logiche di efficienza industriale legate a processi agricoli, e sensibilità di prodotto agroalimentari che verrebbero impiegate nella produzione industriale. Il tutto all’insegna della sostenibilità declinata nel senso più ampio del termine, cioè anche negli aspetti di tutela e valorizzazione del paesaggio, con supporto alle azioni dirette di marketing ed anche fornendo stimoli allo sviluppo di settori collegati, comunque connessi al consumo dei prodotti agroalimentari, quali il turismo attento alla naturalità ed all’enogastronomia, fatto di persone che sono interessate a scoprire i territori di produzione attraverso forme rispettose delle tradizioni e peculiarità locali, come ad esempio la mobilità alternativa realizzata con mezzi sostenibili.
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