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Le api ed il monitoraggio vegetale della biodiversità

di Gabriele Di Marco*

Il laboratorio di Botanica del dipartimento di Biologia è da tempo coinvolto in progetti per la valorizzazione e tutela della biodiversità di parchi e riserve naturali nazionali e regionali italiani. Particolare attenzione si è direzionata all’uso di prodotti apistici, quali miele e polline, come matrici per la valutazione della biodiversità vegetale di un territorio, permettendo di evidenziare perdite di specie e introduzioni di piante “alloctone” a seguito di cambiamenti climatici. Le api, infatti, sono tra gli insetti impollinatori più efficienti, in quanto favoriscono la riproduzione di più dell’80%

delle Angiosperme, ovvero le piante a fiore. Per recuperare il polline ed il nettare le api visitano fino a 5 milioni di fiori l’anno e contemporaneamente ispezionano un ampio territorio intorno l’alveare, coprendo distanze superiori a 3-5 Km, essendo in questo modo delle vere e proprie sentinelle della qualità ambientale. Il miele e gli agglomerati pollinici sono entrambi ricchi di granuli di polline, si pensi che in 10 grammi di miele ne possiamo trovare anche 200 mila. Lo studio al microscopio ottico della morfologia del granulo pollinico, come la forma, la

*Ricercatore di tipo A (Fondi PON FSE REACT EU – Contratto di ricerca su tematica Green) in Botanica generale – gabriele.di.marco@uniroma2.it

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