Robot autonomi: tra laboratorio e ricerca
di Simone Mattogno*
La mia esperienza di dottorato in Ingegneria dell’Automazione è stata una sfida continua, un percorso in cui tecnologia e ricerca si sono intrecciate in un crescendo di emozioni, sperimentazioni e risultati concreti. Decidere di intraprendere il dottorato non è stato semplice. Prima di conoscere quelli che sarebbero diventati i miei colleghi di ricerca, l’idea non mi aveva mai sfiorato. Ci siamo incontrati alla fine della magistrale, accomunati dalla curiosità e dalla voglia di esplorare il mondo della robotica. Nel nostro laboratorio, tra sessioni di codice, simulazioni e discussioni accese su come progettare al meglio gli algoritmi, si è creato un ambiente dinamico e stimolante, dove ogni difficoltà è diventata un’opportunità di crescita. Il cuore della mia ricerca si concentra sugli algoritmi di localizzazione per robot autonomi. Affinché un robot possa muoversi autonomamente, deve percepire l’ambiente circostante e conoscere con precisione la propria posizione e orientamento rispetto al punto di partenza. In condizioni normali, questa sfida è risolta tramite il GPS, ma cosa succede se il robot deve operare in ambienti privi di segnale, come una caverna o la superficie di un altro pianeta? In questi contesti, è necessario sviluppare soluzioni alternative e, dopo averne esplorate molte, la più promettente si è rivelata essere quella alla quale la natura è arrivata molto prima di noi: la visione stereoscopica.
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*Dottorando in Ingegneria dell’Automazione - simonemattogno72@gmail.com
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