Uninews TorVergata #Zero

tradizionale e nelle disposizioni normative, linguaggio che, per definizione, è ambiguo e soggetto ad interpretazione, in codici aventi struttura binaria, le cui variabili assumono solamente i valori vero e falso, generalmente indicati rispettivamente come 1 e 0. Siamo consapevoli delle difficoltà connesse a tale sfida, ma anche della circostanza che soltanto in tal modo il diritto continuerà ad essere lo strumento per regolare la tecnica e per garantire il rispetto dei diritti su cui si basano le nostre democrazie. L’alternativa sarebbe, quella, di lasciare all’informatico ‘adespota’, prima, e alla macchina, dopo, la costruzione del ‘ code ’, con la conseguente probabile compromissione dei principi fondanti delle nostre democrazie, quali il principio di eguaglianza e di non discriminazione.

Nelle more della redazione di una auspicata convenzione internazionale, l’interprete non può che ricondurre gli smart contract nell’alveo di contratti a distanza con la conseguente applicazione della normativa a tutela del consumatore. Lo smart contract e, quindi, l’algoritmo sarà legittimo soltanto se viene programmato nel rispetto delle norme giuridiche. In particolare, sarà opportuno che l’algoritmo sia costruito in modo da adempiere agli obblighi informativi, da attribuire al

consumatore il diritto di pentimento, da assolvere l’onere di redigere un testo contrattuale chiaro e comprensibile.

L’informatico e l’ingegnere, con il necessario supporto del giurista, dovranno tradurre in linguaggio informatico le norme giuridiche: questa la sfida da affrontare nei prossimi anni.

Certamente la sfida non sarà semplice, in quanto occorre tradurre il linguaggio naturale, presente in un contratto

Fonti

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