Credi in un DIO che non puoi vedere
Credere in un Dio che non [si] vede
Timothy Cross
Titolo originale: Timothy Cross
Belief in a God you can’t see For Seekers Publishing, 1999
© Timothy Cross
Traduzione a cura di Deborah Favareto Gastaldi
For Seekers Publishing 901 Missouri Blvd., Suite 144 Jefferson City, MO 65109 USA
Un grosso ringraziamento a coloro che hanno avuto il coraggio di sfidare la mia fede in Dio. Mi avete spinto ad esprimere in modo logico ciò che nel mio cuore sapevo essere la verità. Desidero anche ringraziare coloro che con commenti e reazioni hanno contribuito alla realizzazione di questo libretto, in particolar modo mia moglie.
“Il grande divario non è tra chi trova e chi non trova, ma tra chi cerca e chi non cerca.” Peter Kreeft
INTRODUZIONE
Vorrei invitarti ad intraprendere un viaggio che potrebbe cambiare la tua vita. Dove stiamo andando? Quale è la nostra destinazione? - Trovare Dio. So che questo è un compito arduo. Forse tu non credi nemmeno in Dio, ma per ora questo va bene. Preferisco viaggiare con un dubitatore onesto, piuttosto che con un credente bigotto. Prima di metterci in cammino, ho due favori da chiederti. Il primo è che tu mi dia una chance: prima di tagliare la corda almeno leggi quello che ho da dire. Questo significa avere una mente aperta. E questo mi porta alla seconda richiesta: puoi aspettare ad emettere il tuo giudizio su questo libretto fino a quando non lo avrai letto tutto? Aspetta finché saremo giunti a destinazione, prima di giudicare l’intero viaggio; potrà sembrarti mentalmente ed emotivamente faticoso, ma ti garantisco che quando avremo raggiunto la meta ti accorgerai che ne valeva la pena. In un istituto psichiatrico c’era un uomo di nome George, che era convinto di essere morto. Qualsiasi cosa gli altri dicessero o facessero, nessuno riusciva a convincerlo del contrario. Un giorno un operatore sanitario dell’istituto ebbe una brillante idea: domandò al paziente: “Dimmi, George, secondo te i morti sanguinano?” George ci pensò su un momento e rispose: “No, i morti no n sanguinano.” Allora l’operatore sanitario prese
un ago, gli punzecchiò un dito e schiacciò: apparve una piccola goccia di sangue. Gli occhi di George si spalancarono nel vedere il sangue e disse: “E chi poteva immaginare che anche i morti sanguinano!” Proprio come George, qualsiasi prova io ti presenti non potrò convincerti di qualche cosa contro la tua volontà - e nemmeno ci proverò. Quindi, se ti interessa conoscere la verità è fondamentale che tu mantenga una mente aperta durante questo viaggio, ed è una cosa che puoi fare soltanto tu. Il fatto è che la verità su Dio, quale che sia, ti influenzerà per sempre. E solo uno sciocco vorrebbe ignorare una cosa così importante. Vorrei iniziare col porti una domanda piuttosto schietta: vuoi davvero conoscere la verità su Dio? - Non è una domanda così sciocca come potrebbe sembrare. Se tu sei come la maggior parte delle persone, inizierai questo viaggio con un certo bagaglio emotivo; alcune persone hanno motivazioni emotive profonde o impegni segreti per cui non vogliono credere in Dio - come una donna che disse: “Mi rifiuto di credere in un Dio che ha permesso a mio padre di violentarmi quando ero bambina.” O come un uomo che disse: “Non voglio credere in Dio, perché potrebbe non approvare la mia condotta sessua le.” Oppure: “Ho paura che se credo in Dio lui limiti la mia libertà personale.” O ancora: “L’idea che ci sia un dio mi spaventa.”
Anche se comprendo queste persone, e il mio cuore soffre per molti di loro, tuttavia non si rendono conto che così facendo mancano il bersaglio. Non voglio sembrare severo o crudele, ma se Dio esiste, non ha alcun obbligo di venire incontro alle loro o nostre aspettative. Il punto della questione è l’esistenza, non la nostra preferenza: è una questione di verità. Dobbiamo adattare il nostro credo in base a ciò che è vero, non in base a ciò che vorremmo fosse vero. Ma Dio, esiste veramente? Questo è il punto. Sei in grado di identificare il bagaglio che stai portando con te in questo viaggio? Paura? Dolore? Rabbia? Orgoglio? Pregiudizio? Critiche? Egoismo? Personalmente non mi importa quale esso sia, purché tu te ne renda conto, altrimenti potrebbe rivelarsi una bomba ad orologeria nascosta. È difficile cambiare o guarire ciò che non vogliamo nemmeno ammettere.
HA INIZIO IL VIAGGIO
Il concetto più strabiliante che sia mai entrato nella mente dell’uomo è l’idea di Dio, la possibilità dell’esistenza di Dio. Il nostro viaggio inizia da una semplice domanda: Dio esiste? Se già credi in Dio questa parte del viaggio per te risulterà piuttosto piacevole, in caso contrario, ciò che sto per condividere potrebbe metterti un po’ a disagio. Ma sono
convinto che sia un effetto positivo, perché il processo di crescita si verifica quando usciamo dalla nostra zona di conforto, e ci sentiamo a disagio. Secondo me ci sono molti motivi per cui dovresti affrontare l’argomento ‘Dio’, se non l’hai ancora fatto. In primo luogo, per amore della verità. Supponendo che esista una vita oltre questa, come ti sentiresti se un giorno scoprissi di aver vissuto nella menzogna e di aver voltato le spalle alla verità su Dio? In secondo luogo, per avere la pace nella tua mente. Se scopri che Dio esiste avrai pace nella tua mente, se invece la conclusione sarà che Dio non esiste, allora ti potrai liberare da qualsiasi scrupolo. Potrai partecipare a tutti i festini che vuoi, portarti a letto chiunque; in un certo senso avrai vinto, perché sarai libero di vivere come vuoi: potrai essere al centro del tuo mondo, fino a quando ti seppelliranno. D’altro canto, se cerc hi Dio e lo trovi, anche in questo caso sarai un vincitore, perché avrai trovato la fonte e il Creatore di tutto il piacere, il Creatore della vita stessa; e nuovamente, avrai vinto. Sai qual è l’unico modo per perdere? Avere troppa paura, o troppo orgoglio per mettersi onestamente alla ricerca di Dio. Credere in Dio non è un colpo di fortuna, o un colpo mancato. Ciò che credi o non credi di Dio influenza ciò che pensi di te stesso, degli altri e della vita in genere. Forza!
Affronta la questione una volta per tutte. Se sei abituato a metterci tempo, impegno e le tue risorse per ottenere ciò che vuoi in questa vita - che è un attimo brevissimo rispetto all’eternità - allora perché non affrontare con lo stesso impegno la scoperta di qualcosa che ti influenzerà (e già lo sai) per tutta la vita, in un modo o in un altro? - Che siamo qui per spassarcela o meno, il tempo infinito (eternità) esisterà sempre. Per capire meglio che cosa c’è in gioco, supponiamo di conoscere due persone: Giovanni e Maria. Giovanni è ateo (crede che Dio non esista), Maria invece è convita dell’esistenza di Dio. La domanda che ti pongo è questa: Che differenza fa chi ha ragione? Cambia qualcosa se Dio esiste davvero? - Osserviamo la vita attraverso gli occhi di Giovanni e di Maria, e poi sarai tu a giudicare. Iniziamo con Giovanni, supponiamo per un attimo che abbia ragione, e che DIO NON ESISTA. In base a ciò in cui crede Giovanni, quale giustificazione si può dare all’esistenza? - Lui potrebbe dire che l’universo e la vita vengono dal nulla, e che l’uomo è un prodotto dell’evoluzione. Giovanni può affermare che l’essere umano ha un valore intrinseco? - Se non siamo nulla più di un mucchio di elementi chimici riuniti accidentalmente, come possiamo avere un valore intrinseco? La rispost a è: “No.” Gli animali, le piante, le persone, etc. sono solamente cose.
La nostra esistenza avrebbe uno scopo? Se Giovanni è un vero ateo dovrebbe rispondere negativamente. Se la vita sulla terra non è altro che, scusate l’espressione, qualcosa di rigurg itato per caso dall’universo, come può esistere uno scopo più elevato? Nel migliore dei casi per Giovanni la vita sarebbe un breve festino. Una volta finita la festa, è finita definitivamente. Secondo Giovanni, esiste una differenza morale tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? - Probabilmente no. Secondo il suo credo naturalistico e materialistico l’uomo è semplicemente una forma di vita evoluta del regno animale. Probabilmente Giovanni considera l’insegnamento del bene e del male da parte della società, come un fatto culturale, o come il risultato di qualche gene dell’autoconservazione. In ogni caso Giovanni considera la verità come relativa (in altre parole, non concreta, sempre soggetta a cambiamenti). - “Quello che è vero per te può non esserlo p er me”. Non esisterebbero più la verità assoluta, il bene o il male. L’eccezione potrebbe trovarsi nella scienza. Gli atei spesso trattano la scienza come una cosa sacra. Giovanni, tuttavia, deve stare attento a come esprime la sua convinzione che non esistono assoluti; infatti se dice: “Non esistono assoluti”, si esprime facendo uso di un assoluto. Se afferma invece: “La verità non esiste”, allora gli si può domandare se la sua affermazione è
vera (entrambe le affermazioni sono contraddittorie). Se Giovanni non crede negli assoluti morali del bene o del male, del giusto o dello sbagliato, allora sarebbe in grado di giustificare qualsiasi cosa, se veramente non crede nell’esistenza di Dio. Potrebbe drogarsi, o passare da una donna all’altra senza limiti; dal punto di vista pratico lo stupro o l’assassinio non sarebbero sbagliati. Giovanni potrebbe replicare: “Se non ti piace quello che ti faccio, peggio per te.” Ad esempio, questo tipo di pensiero era/è alla base del comunismo ateistico: “Che problema c’è s e per il bene dello stato bisogna uccidere un po’ di gente? Sono solo cose.” - Ugualmente, e non voglio mancare di rispetto a nessuno, Hitler non avrebbe fatto nulla di male, se il male non esiste. Un padre che abusa o uccide i suoi figli, o un satanista che scuoia un bambino vivo, non fanno del male, se ciò che è sbagliato, o il male, non esistono. - Esatto? (Ciò che mi rattrista e spaventa è che nella nostra società ci sono persone che la pensano veramente così). In altre parole, se Giovanni fosse coerente fino in fondo (pochi atei lo sono) nel credere che le persone sono semplici cose, ciò influenzerebbe il suo comportamento verso gli altri e verso se stesso. Recenti statistiche hanno dimostrato che il 100% di ogni generazione, presto o tardi, morirà. Se Giovanni ha ragione, e Dio non
esiste, che accadrà alla sua morte? Una sola parola potrebbe descriverlo: fine. Quando Giovanni morirà, la sua vita sarà conclusa per sempre. Ma questo pensiero è molto fastidioso, perché significa che tutte le sue aspirazioni, i suoi sogni avranno fine con la sua morte. Passiamo ora ad osservare la vita attraverso gli occhi di Maria. SUPPONIAMO CHE DIO ESISTA. Come risponderebbe Maria alle stesse domande, come giustificherebbe l’esistenza degli esseri umani? Maria direbbe che, in qualche modo, Dio ha creato non solo lei, ma l’intero universo. Che ci siano voluti sei giorni (creazione istantanea) o sei miliardi di anni (detta creazione teistica, diretta da Dio) l’universo mostrerebbe i segni dell’intelligenza e del disegno cre ativo di Dio. Secondo Maria l’essere umano ha un valore reale? Sì, in base a ciò in cui crede, le persone sono state concepite nel cuore e nella mente di Dio in modo creativo. Poiché Dio non crea spazzatura, noi abbiamo un grande valore. Credere in questo aumenterebbe molto la stima che Maria ha di sé e degli altri, e la spingerebbe, si spera, a trattare le altre persone con dignità e senso di valore, perché gli esseri umani sono creati ad immagine e somiglianza di Dio. Secondo te Maria è convinta che la sua vita abbia uno scopo? Sì: conoscere e amare Dio, fare la Sua volontà aiutando e servendo
gli altri, e preparandosi per l’eternità; per lei il meglio deve ancora venire. Dal punto di vista di Maria, esiste una differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Sì, perché se dietro l’universo c’è un’intelligenza, allora ciò che si conforma a quell’intelligenza sarebbe nel giusto, e ciò che non si conforma alla saggezza divina sarebbe nel torto. Maria potrebbe dire che bene è ciò che è bene, e male è ciò che è male. Hitler ha fatto del male, e il male non va confuso con il bene. Come Giovanni, anche Maria un giorno morirà. Se avesse ragione, e un Dio ci fosse, che cosa accadrebbe dopo la morte? Qualcuno potrebbe scrivere sulla sua lapide “Questo è sol o l’inizio”. Dopo aver esaminato ciò in cui credono Maria e Giovanni, hai notato come la concezione che Giovanni ha del mondo potrebbe spingerlo a sentirsi sfiduciato, senza speranza, o disperato, mentre la concezione di Maria potrebbe darle un senso di speranza, sia per la vita presente che per quella futura? Queste differenze non servono a provare o confutare l’esistenza di Dio, tuttavia ti rendi conto di come ciò che pensi di Dio cambia drasticamente il modo in cui concepisci la vita, in cui trattati gli altri? Immaginiamoci un pezzo di gesso delle dimensioni di un palo del telefono, e una lavagna lunga centinaia di chilometri.
Prendiamo quell’enorme pezzo di gesso e disegnamo una sottile linea che prosegue finché finisce il gesso. Questa linea rapprese nta l’eternità. Adesso disegnamo un puntino all’inizio della linea e immaginiamo che rappresenti tutta la nostra vita qui sulla terra rispetto all’eternità. Cambia qualcosa se Dio esiste? E chi ha ragione tra Giovanni e Maria? Sicuramente cambia qualcosa perché se non c’è alcun Dio puoi tranquillamente cancellare la linea che hai tracciato, tanto quando morirai la tua vita sarà finita. In questo caso dovresti inebriarti di tutto il divertimento che riesci a ricavare da questo puntino di tempo, perché è esattamente tutto ciò che otterrai. D’altro canto, se Dio è reale, ed esiste un aldilà, allora sulla terra non c’è nulla di più importante. Tu sei letteralmente all’inizio del per sempre, che sia buono, cattivo o qualsiasi altra cosa. Cose quali la guerra, l ’AIDS, fare soldi, sposarsi, avere dei figli, la libertà nazionale, lo studio, e persino il sesso, non si possono confrontare per importanza con ciò che ha un’influenza eterna su di te. È un pensiero sobrio, ma vero: in questo stesso istante sei ad un respiro di distanza dall’eternità. E a seconda che abbia ragione Giovanni o Maria, sei ad un passo dal nulla eterno, o da una vita senza fine - di qualche tipo.
Quando Bill Gates morirà (attualmente è l’uomo più ricco della terra), secondo te quanti soldi lascerà quaggiù? Tutti. Devo ancora vederlo un carro funebre che traina un rimorchio (carico di soldi, n.d.t.). Tutti noi viviamo in uno stato di attesa, e potremmo lasciare questo mondo in qualsiasi momento. O la tua vita sulla terra è tutto ciò che esiste, la fine della strada, oppure è la prima fermata di un viaggio infinito. Non hai alcun potere su tutto questo. Puoi solo tentare di capire quale sia la destinazione vera, e adattare di conseguenza la tua vita.
L’ESISTENZA DI DIO
Fin t eoria dell’evoluzione molte persone nella nostra società, adolescenti, studenti, universitari ritengono politicamente corretto dichiararsi atei o agnostici. Questi termini trovano la loro radice nella lingua greca. In greco “a” significa “non”, mentre la parola “theos” significa “dio”. Di conseguenza un “a - theo” è una persona che crede che Dio non esiste. Il termine agnostico deriva da “gnosis”, che significa “conoscenza”. Un agnostico è dunque una persona che non conosce, non sa se Dio esiste. Quale posizione è più aperta, ateismo o dall’avvento della agnosticismo? A parer mio l’agnosticismo, perché l’affermazione dell’ateo convinto che
dice che Dio non esiste mi sembra un po’ arrogante. Affermare di sapere che in questo universo, in questa o in qualsiasi altra dimensione della realtà non esiste Dio, mi sembra un po’ presuntuoso. Una persona dovrebbe quasi essere Dio per avere una simile conoscenza: sostenere che Dio non esiste è come se due pulci sul dorso di un cane in Kansas discutessero dell’esistenza dei canguri in Australia. Non sono qualificate per discutere di un simile argomento. Affermare di conoscere l’inconoscibile è intellettualmente disonesto. Affermare che Dio non esiste, è un’affermazione indimostrabile. Gli agnostici almeno riconoscono i loro limiti: cioè che potrebbe esserci un Dio al di fuori della loro conoscenza, forse. Esistono due tipi di agnostici: chi dice: “Non lo so, e non lo voglio sapere”, e chi: “Non lo so, ma sono aperto alla conoscenza”. Peter Kreeft, professore di filosofia all’università di B oston disse che il grande divario non è tra chi trova e chi non trova, ma tra chi cerca e chi non cerca. Io sono d’accordo. Tu sei un cercatore? Se lo sei, e Dio esiste, allora sono convinto che Dio è grande abbastanza da farsi vedere; e poiché credo che Dio sia un Dio personale, sono anche convinto che desidera farsi vedere da te. Bisogna vedere se tu sei disposto a vivere un’esperienza simile. Sei aperto alla verità? Dopotutto se Dio non esiste, nemmeno una
fede enorme lo potrà creare, né una quantità enorme di dubbi lo distruggerà, se invece esiste. Non voglio che tu creda in Dio perché ti farà sentire meglio, anche se è vero, ma perché credere in Dio è una questione di verità; non si tratta di essere sinceri o di nutrire buoni sentimenti. Credere in Babbo Natale può farti sentire bene, puoi essere sincero quando dici di crederci, ma saresti terribilmente in errore. È difficile credere in qualcosa col cuore, se prima non credi che sia vero con la testa. Per questo molto spesso il dubbio precede la fede, e hai tutta la mia approvazione se ti poni domande difficili. Cercare Dio può essere paragonato ad un bambino che per la prima volta va a pescare con suo padre. Non ha mai visto un pesce vivo e, per quanto ne sa lui, i pesci sono un’invenzione. Suo padre g li insegna a mettere l’esca sull’amo, lanciarla nell’acqua ed aspettare che il galleggiante torni in superficie. Dopo un’ora o più senza risultati, il bambino diventa alquanto agnostico riguardo ai pesci. Poi accade: il galleggiante si muove e sparisce sot t’acqua, la lenza inizia a muoversi e sente che qualcosa sta tirando. Improvvisamente il suo agnosticismo si tramuta in paura. Che cosa c’è all’altro capo della lenza? Mi farà del male? Forse è uno squalo!
La ricerca di Dio è molto simile. Non posso dirti che cosa troverai all’altro capo della lenza, ma rispetto chi ha abbastanza coraggio da gettare la lenza nell’acqua; tutto ciò che posso fare è aiutarti a mettere l’esca sull’amo. Chi inizia ad afferrare l’argomento dell’esistenza di Dio, e della comples sità del nostro universo non otterrà risposta a tutti i suoi quesiti, e, a volte, ti confesso che come cristiano sono sopraffatto dall’idea di Dio. La mia mente non riesce a comprendere quale Dio fantastico e potente ci vorrebbe per creare il nostro universo e le altre dimensioni della realtà; il mio cervello va in corto circuito quando cerca di pensarci. Sono convinto che anche gli atei veri ogni tanto affrontano giorni in cui dubitano di ciò in cui credono. Non riesco ad immaginare che, guardando il nostro universo, qualcuno possa sinceramente credere che sia frutto della casualità - che dalla non-vita sia nata la vita, che dalla materia non pensante derivino pensieri e sentimenti, che atomi ciechi scontratisi per caso abbiamo generato un uomo come Einstein, o un cucciolo, o una rosa, o una farfalla. Inoltre, com’è possibile che tutto questo sia derivato dal nulla più assoluto? La teoria dell’evoluzione presuppone che l’energia e/o la materia siano sempre esistite. Da un punto di vista logico questo stesso presupposto risponde alla domanda. Gli evoluzionisti
danno per scontato che una parte non provata della loro argomentazione sia vera, e poi costruiscono l’intera teoria su qualcosa di non provato. Da dove sono giunte l’energia e/o la materia necessarie al processo evolutivo? Personalmente credo che ci debba essere stata una Causa Prima (Dio) per dare inizio all’intero processo. Se credi nel Big Bang, sai chi l’ha fatto esplodere? (Grazie al telescopio Hubble, pare che il nostro universo non si sia espanso da un punto centrale, come ci si aspetterebbe se il Big Bang fosse realmente avvenuto. Piuttosto sembra che le galassie nel nostro universo vadano in molte direzioni diverse, e ciò è molto difficile da spiegare per astronomi e fisici di tutto il mondo). Dobbiamo riconoscere una cosa: non esistono risposte facili. Risposte vere? È possibile. Risposte facili? No.
ACQUISIRE UNA PROSPETTIVA
Pochi anni fa ho letto un libro intitolato The Cosmic Mind Boggling Book, e poi un secondo intitolato Galaxies. La lettura di questi due libri ha cambiato drasticamente la mia idea dell’universo. Può un universo così vasto e complesso essere nato semplicemente per caso? - Devi essere tu a giudicare.
Per vedere le cose nella giusta prospettiva proporrei di incamminarci su due percorsi: uno all’interno dell’universo e l’altro nel regno degli atomi. Allacciamo le cinture di sicurezza e partiamo. Nel primo tratto del nostro viaggio ci spingeremo fino al sole. Se ci fosse un’autostrada tra la terra e il sole, viaggiando ad 88 km orari ci vorrebbero 193 anni per giungere a destinazione. Il viaggio è piacevole e decidiamo di fare un salto su Alfa Centauri. (Alfa Centauri è un sistema di tre stelle, di cui Alfa e Beta Centauri sono le maggiori, e Proxima, la minore, orbita attorno alle maggiori. Proxima Centauri è la stella più vicina alla nostra terra, fatta eccezione per il sole.) Guidando ad 88 km orari, quanto pensi ci vorrebbe per arrivare fino a lì? Tanto per darti un’idea, potremmo viaggiare per 50.000, 100.000, 500.000 anni, un milione, 10 milioni, 20 milioni di anni, e non giungeremmo nemmeno a metà strada. Ma, in fine, dopo ben 52 milioni di anni, avendo viaggiato ad 88 km orari, arriveremmo su Proxima Centauri. È risaputo che la luce viaggia a 299,792 chilometri al secondo, approssimativamente 9.600.000 miliardi di chilometri l’anno. Immagina di essere in una stanza, e nel tempo in cui dici ‘mille e uno’, avvero un secondo circa, la luce della lampadina sotto la quale stai leggendo ha già fatto 7 volte e mezzo il giro della terra (se seguisse una traiettoria circolare).
Viaggiando a questa velocità la luce proveniente da Proxima Centauri impiegherebbe circa 4 anni e un terzo per raggiungere la terra. Esistono sistemi di stelle che distano miliardi di anni luce da noi. Se per percorrere poco più di 4 anni luce noi impieghiamo 52 milioni di anni, riesci ad immaginare quanto tempo ci vorrebbe per percorrere miliardi di anni luce? Il nostro sole e nove altri pianeti (forse dieci?) formano il sistema solare. Se ci trovassimo su Plutone, il pianeta conosciuto più distante dal sole, il nostro sole sembrerebbe un’altra stella. Il nostro sistema solare fa parte di una galassia (un ammasso stellare) che si chiama Via Lattea, e che si stima sia formata da circa 250 miliardi di stelle. Il nostro sole è una stella - a dire il vero piccola - tra molte altre (una piccola stellina gialla). Per vedere la terra in prospettiva rispetto alla Via Lattea, immaginiamo un centimetro quadrato con dentro 200 microscopici punti rappresentanti 200 stelle, uno dei quali è il nostro sole. Abbiamo già detto che potrebbero volerci 52 milioni di anni per passare da una stella (punto) all’altra, viaggiando ad 88 km orari. Per avere un’idea più precisa delle dimensioni della Via Lattea, pensa che ci vorrebbero 647.000 mq. di quei centimetri quadrati per raggiungere una dimensione pari alla Via Lattea. Se
immaginiamo che la Via Lattea abbia le dimensioni dell’America settentrionale (Canada, Stati Uniti e Messico), il nostro sistema solare, in confronto, sarebbe all’incirca grosso come una tazza di caffè. E si ritiene che la Via Lattea rappresenti solo uno su un milione di miliardesimi dell’universo conosciuto. In passato gli scienziati, grazie ai telescopi, guardavano quelle che ritenevano essere stelle, ora invece si sono resi conto che molto di ciò che vedono sono altre galassie. Basandosi sulle più recenti informazioni ottenute grazie al telescopio Hubble, gli scienziati stimano che ci possano essere altri 50-125 miliardi di galassie, ognuna formata da 100-400 miliardi di stelle. Gli scienziati hanno puntato il telescopio Hubble su ciò che sembrava un buco nero nello spazio, delle dimensioni di un granello di sabbia, ma una volta ottenuti gli ingrandimenti delle immagini, cosa pensi abbiano trovato? Galassie, galassie, e altre galassie. La stella più grande che riusciamo a vedere ad occhio nudo si trova nella parte meridionale del cielo, nella costellazione di Orione, e si chiama Betelgeuse. È la stella rossiccia in alto a sinistra, al di sopra della cintura di Orione formata da tre stelle. Betelgeuse è approssimativamente 160 milioni di volte più grande del nostro sole. Se la terra fosse grossa quanto una palla da golf, in confronto Betelgeuse sarebbe una palla alta
3 chilometri. Se nel centro di quella stella ci fosse un tunnel, procedendo ad 88 km orari, impiegheremmo 1.600 anni per attraversarla. (ricordiamoci che ci vogliono solo 193 anni per raggiungere il sole partendo dalla terra.) Se Betelgeuse si trovasse dove si trova il nostro sole, le orbite di Mercurio, Venere, la Terra, Marte e Giove sarebbero tutte al suo interno. Considerate la seguente citazione riguardo le dimensioni del nostro universo, tratta da National Geographic (maggio 1974, pag. 592). “Immaginate che lo spessore di questo foglio rappresenti la distanza esistente tra la terra e il sole (150 milioni di km, o all’incirca 8 minuti luce). La distanza dalla stella più vicina (4 anni luce e 1/3) è una risma di carta alta 21 metri; il diametro della nostra galassia (100.000 anni luce) è una pila di carta alta 500 km, mentre si raggiungono i confini dell’universo conosciuto solo quando la pila diventa alta 50 milioni di km - un terzo della distanza dal sole!” La pila di carta, se sdraiata su un lato, riuscirebbe a fare il giro della terra circa 1.240 volte. Come non riesco nemmeno ad iniziare a comprendere la vastità dell’universo, non riesco neppure a capire gli atomi, i mattoni fisici che lo compongono. Il matematico e scienziato francese B. Pascal una volta affermò che noi ci troviamo tra la cosa più grande e la più piccola che riusciamo ad immaginare; ed io concordo.
Quanto sono piccoli gli atomi? Che tu abbia studiato un po’ di chimica o meno, indossa di nuovo il tuo “cappellino da pensatore”, e seguimi nel viaggio alla scoperta del mondo degli atomi. L’atomo è la cosa indivisibile più piccola dell’universo. Il nostro corpo, il mondo, tutto ciò che appartiene al mondo fisico, è composto da atomi: alcuni sono leggeri, come l’elio, altri pesanti, come il ferro. Ogni atomo ha un centro, chiamato nucleo, attorno al quale ruotano, milioni di volte al secondo, delle particelle incredibilmente piccole, dette elettroni. Maggiori le dimensioni dell’atomo, maggiore è il numero degli elettroni. (un tempo si credeva che gli elettroni ruotassero ordinatamente attorno al nucleo, formando orbite regolari; ma gli scienziati sono ora convinti che gli elettroni volino ovunque, come api attorno all’alveare). Ma quanto sono piccoli gli atomi? Per avere un’idea, guardiamo il punto che termina questa frase. Su questo stesso punto potremmo mettere approssimativamente 230 milioni di virus HIV (il virus che causa l’AIDS), ed ognuno di quei 230 milioni di piccoli virus conterrebbe decine di migliaia di atomi. Ho letto che l’organismo unicellulare più piccolo in grado di riprodursi, contiene circa lo stesso numero di atomi corrispondenti al numero di lettere dell’alfabeto contenute in 100 milioni di pagine dell’Enciclopedia Britannica.
Guardiamo ad esempio la nostra pelle; la parte più piccola che riusciamo ad individuare sulla nostra mano probabilmente contiene parecchie centinaia di cellule. Normalmente non si riesce a vedere una singola cellula senza l’ausilio del microscopio. Gli scienziati stimano che il corpo di una persona media sia costituito da circa 100.000 miliardi di cellule. Per aver un’idea più chiara di quanto siano 100.000 miliardi, immaginiamo di avere una mazzetta di banconote da 2.000 £, un milione di lire sarebbe una mazzetta alta circa 10 cm. Un miliardo di lire sarebbe una mazzetta alta circa 7,6 m; 1000 miliardi sarebbero una mazzetta alta 100 km, e 100.000 miliardi sarebbero alti 10.000 km. All’interno di ogni cellula del nostro corpo si trova il DNA, un programma genetico del nostro corpo, un po’ simile al progetto di un edificio. Il DNA determina tutto ciò che concerne il nostro aspetto fisico: colore degli occhi, dimensioni del naso, etc; è un codice scritto, proprio come le lettere di questo libretto. I nostri corpi riescono a leggere il DNA, non sono come le lettere dell’alfabeto gettate a casaccio insieme, sono piuttosto come le informazioni di una biblioteca. La domanda che dobbiamo porci è la seguente: chi ha scritto questa biblioteca del DNA? È come se fosse una lingua straniera.
Un’altra cosa affascinante del nostro corpo è che ogni singola cellula contiene il progetto per il corpo intero. Con la giusta tecnologia, gli scienziati potranno prelevare il DNA da una qualsiasi cellula del nostro corpo e creare un altro “me” identico a quello che sono ora. (Sicuramente il termine ‘clonazione’ ti è familiare, dopo gli esperimenti effettuati sulle pecore e su altri animali, anche di recente). Ogni cellula umana contiene più di 5 miliardi di codici genetici del DNA (particelle di informazione), ed ogni codice è formato da 4 atomi. Questo significa che indicativamente 20 miliardi di atomi in ogni cellula del nostro corpo vengono utilizzati per la creazione del DNA, e in questo numero non sono inclusi gli altri miliardi di atomi impiegati per la creazione della cellula stessa. Per quanto possa sembrare difficile da immaginare ci sono probabilmente più atomi in ogni cellula del nostro corpo che persone che hanno vissuto sulla faccia della terra. Qualcuno crede che se potessimo estrarre tutto il DNA di una persona e ne srotolassimo le spirali, collegan dole poi l’una all’altra, riusciremmo quasi a circondare il sistema solare (il sole più nove pianeti). Che cosa significa tutto questo? Che differenza fa? Una grossa differenza. Perché ora che abbiamo visto alcune delle complessità del nostro universo, e dell’atomo, quali sono le probabilità che tutto ciò sia frutto del caso?
Voglio essere sincero riguardo alle conclusioni cui vorrei giungere. Gli evoluzionisti atei usano il concetto della probabilità e del caso a sostegno della loro teoria dell’evoluzion e (probabilità e caso sono ciò che usa un ragazzo quando pensa di invitare a cena una bella ragazza: che probabilità avrà di ottenere una risposta positiva?). Considerata l’età del nostro universo e quella della terra, è ragionevole pensare che ci sia tempo a sufficienza perché accada qualsiasi cosa - per caso? In base alle statistiche, alla scienza matematica delle probabilità e del caso, sarebbe possibile? La risposta è chiaramente ‘no’, e vorrei spiegare perché. Supponiamo di avere quattro palline da ping-pong, numerate da 1 a 4, in un sacchetto. Se infilo la mano nel sacchetto e prelevo una delle palline, le probabilità che io estragga la numero 1 al primo colpo sono 1 su 4. Le probabilità di estrarre la numero uno e due palline in ordine sono 1 su 16 (4 x 4), e così di seguito. Se ripetessi l’esperimento migliaia di volte, in media, le probabilità di estrarre tutte le palline in ordine sarebbero 1 ogni 256 tentativi (4 x 4 x 4 x 4 = 256). Ora anziché provare con 4 palline, supponiamo di averne 300, an ch’esse numerate consecutivamente da 1 a 300. (Immaginiamoci un’enorme lotteria; chi estrae tutti i 300 numeri in sequenza vince i
beni di tutto il mondo.) Che probabilità ci sono che io riesca nell’estrazione dei 300 numeri consecutivi? Le probabilità di estrarre la pallina numero 1 sono 1 su 300; le probabilità di estrarle tutte nel giusto ordine sono 300 x 300 x 300… (x 300 volte), cioè l’equivalente di 1 x 10 elevato a 130, in altre parole, il numero 1 seguito da 130 zeri. Per quanto possa sembrare elementare, ricordiamoci che ogni volta che aggiungiamo uno zero dopo un numero, questo numero si ingrandisce di dieci volte; provate ad aggiungere solo 5 zeri a un milione, ed improvvisamente ottenete cento miliardi. Allora, quanto è grande un numero seguito da 130 zeri? Immaginiamo che su ogni centimetro quadrato della superficie terrestre ci sia un miliardo di scimmie (un po’ allo stretto, eh?), e che ognuna di questi miliardi di miliardi di scimmie abbia una mini macchina da scrivere, e che riesca a battere all’incredibile velocità di un miliardo di lettere al secondo. Dopo un miliardo di anni almeno una delle scimmie, tra questi miliardi di miliardi, sarà riuscita a battere 300 lettere nell’ordine giusto? Si potrebbe pensare che sia così, ma in realtà la risposta sarà ancora ‘no’. Dopo un miliardo di anni, le probabilità che anche una sola di queste scimmie batta nell’ordine corretto le lettere sono ancora di 1 x 10 elevato 80 (1 seguito da 80 zeri). A
proposito, quel numero, 1 x 10 elevato 80, è ancora di gran lunga superiore del numero stimato di atomi che costituiscono il nostro universo (ricordiamoci quanto sono piccoli gli atomi, e pensiamo a quanti ce ne vorrebbero per riempire l’universo). L’ampiezza approssimativa dell’universo conosciuto, ad esempio, è solamente 1 x 10 elevato 28. Benché sembri impossibile, è più probabile pescare un atomo, tra i miliardi di miliardi di universi di dimensioni simili al nostro, che estrarre le 300 palline da ping-pong nell’ordine da 1 a 300. Figuriamoci che probabilità ci sono di vincere a Las Vegas! Vediamo ora di applicare questi principi alla vita reale. Un organismo unicellulare può essersi evoluto per caso? Le probabilità che, nella più semplice cellula in grado di riprodursi, un numero minimo di molecole di D NA, per caso, si trovino nell’ordine corretto, non è un numero seguito da 130 zeri, bensì da 160.000. Prima di continuare a leggere, fermati un istante e rifletti. Quando Darwin parlava di ‘cellula elementare’ si sbagliava, perché non esiste cosa alcuna come la cellula elementare; ciò che definiamo cellula elementare è un complesso che supera la nostra comprensione. A volte gli atei cercano di aggirare il problema della formazione casuale della prima cellula, affermando, in modo molto scolastico: “Sono d’accordo che nell’affermare
che nel presente non siamo in grado di spiegare come si sia formata la prima cellula, tuttavia, l’evoluzione di una cellula protozoica è una questione di selezione naturale. E, la selezione naturale non è una questione di pura casualità. È una questione di mutazioni delle molecole del DNA, generata da cambiamenti ambientali; e tali mutazioni sono piuttosto frequenti.” Personalmente non ho alcun problema a credere alle mutazioni che si verificano all’interno delle specie, so che e siste una selezione naturale. Ma siamo onesti, ci devono essere state una gran quantità di mutazioni, per trasformare un microscopico organismo unicellulare in un essere umano da 1000 miliardi di cellule, con un sistema respiratorio, vascolare, digestivo, visivo, un cervello, etc. completi. Per quanto buone possano sembrare le loro argomentazioni, non possiamo ipotizzare che la prima cellula sia nata per caso, e poi abbia seguito la teoria dell’evoluzione: senza la prima cellula la teoria dell’evoluzione n on sussiste. Nel 1991 John Horgan, l’ateo direttore di Scientific American, valutò la situazione di tutte le teorie scientifiche esistenti riguardanti l’origine (le origini) della vita. Secondo lui, ancora oggi risulta inspiegabile come la vita abbia avuto origine per caso.
Per amor del dibattito, immaginiamo per un momento che del DNA (il codice genetico) si sia formato per caso. Ti rendi conto che, comunque, non ci sarebbe ancora nessuna cellula vivente? Tutto ciò che avremmo è il “motore”, non il corpo. Per far sì che ci fosse anche la vita avrebbero dovuto esserci (tieniti forte): “…carboidrati, lipidi, fosfati ad alta energia, ormoni, carotenoidi, alcaloidi, RNA, il giusto pH, una membrana cellulare lipidica dotata di pori del diametro sufficiente da permettere il passaggio di sostanze, un reticolo endoplasmatico per la sintesi proteica e il trasporto intracellulare, RNA di trasporto, RNA ribosomiale, RNA messaggero, cisterne del Golgi per la sintesi e l’impacchettamento di glicoproteine, centinaia di mitocondri per supplire ai fabbisogni energetici della cellula, Isosomi per l’accoglienza di enzimi digestivi, centinaia di ribosomi per la produzione cellulare, centrioli per aiutare la divisione cellulare, una membrana nucleare per accogliere i cromosomi e i nucleoli per la produzione di complessi RNA proteici.”1 Sì, lo so che lo sapevi. Anche se tutti questi componenti fossero stati presenti non abbiamo la garanzia che ci sarebbe stata la vita. Tutti questi elementi avrebbero dovuto combinarsi nel modo corretto, nelle corrette proporzioni, al momento giusto, alla temperatura giusta (non troppo caldo, né troppo freddo, e non troppi
raggi ultravioletti dal sole). E, naturalmente, senza cibo la cellula morirebbe. - “Oops. Torna alla partenza. Ritenta, sarai più fortunato”. Oltre a tutti questi ostacoli, esiste un altro grosso problema che affrontano gli evoluzionisti, ovvero la Legge dell’Entropia. Questa legge scientifica afferma che tutti gli oggetti, se lasciati a se stessi, tendono a passare da uno stato di ordine ad uno stato di disordine e decadenza (es. i corpi morti si decompongono, le macchine arrugginiscono, le montagne si sgretolano, gli orologi si fermano, le stelle bruciano, le macchine da scrivere delle scimmie si deteriorano, e ovviamente molecole complesse come il DNA e l’RNA di spezzano). Affinché l’evoluzione ateistica possa funzionare, non solo la nostra prima cellula avrebbe dovuto superare probabilità tendenti all’infinito, ma avrebbe anche dovuto sovvertire la Legge dell’Entropia. Il temp o, per molti versi, è nemico dell’evoluzione. Non scrivo per contrastare la teoria dell’evoluzione in quanto tale, ma per mostrare come l’evoluzione ateistica sia inconcepibile. Nonostante le mutazioni ed il processo di selezione naturale, gli evoluzionisti devono ammettere, se sono onesti, che non c’è modo di spiegare come certi organismi viventi del nostro mondo abbiano potuto evolversi per caso. Ad esempio, quale organo avrebbe potuto
mutarsi tanto da diventare un occhio, o un orecchio? Come può ciò che era cieco evolversi in un occhio che vede (o anche due, per avere la percezione della profondità)? O, come può ciò che era sordo evolversi in qualcosa che sente? Vorrei provare a descrivere le difficoltà che personalmente incontro ad accettare la teoria dell’evoluzione. Immaginiamo una società composta da computer, che dibattono sull’esistenza dell’uomo. Poiché i computer vivono nel regno degli impulsi elettrici, non possono aver mai visto un essere umano. Un computer potrebbe dire: “Rifiuto l’idea dell’ uomo perché interferisce con la mia libertà sessuale. Se voglio interfacciarmi (avere un rapporto) con il computer Sandra-database, che si trova in fondo al corridoio, non voglio che un uomo mi dica che non posso farlo”. Un altro computer potrebbe rispondere: “L’uomo è sicuramente un mito, perché siamo in grado di tracciare la nostra evoluzione dai primordiali campi di filo metallico e stagno, che per caso hanno formato un chip per calcolatori, personal computer e computer di grandi dimensioni, come Zio Mac e Zia Microsoft. Che bisogno c’è dell’uomo? L’evoluzione del computer è così ovvia!” Un computer potrebbe rispondere: “Sì, l’idea dell’uomo fa piuttosto paura. Se l’uomo esiste allora le voci che circolano riguardo alla ‘presa staccata’ potrebbero esser e vere. E poi
significherebbe che dovremmo rendere conto all’uomo di ciò che facciamo.” E un altro computer ancora potrebbe dire: “Credere nell’esistenza dell’uomo è una stampella emotiva. Solo i computer dotati di poca memoria e capacità di analisi, che hanno personalità dipendenti, troverebbero conforto nel credere al vecchio mito dell’esistenza dell’uomo.” Sciocco secondo te? I computer non potrebbero mai evolversi per caso, nemmeno tra miliardi di miliardi di anni. E qui veniamo al punto. I computer non sono nulla rispetto alla mente e al corpo umani. Se i computer non potranno mai evolversi per caso, come può una forma di vita infinitamente più complessa, come l’uomo, evolversi per puro caso? Per quanto mi riguarda ci deve essere un Dio. Ci vuole molta più fede per credere nell’evoluzione ateistica che credere in un Dio Creatore intelligente, anche se la nostra mente non riesce a concepire una simile entità. Per quanto mi riguarda non ho fede a sufficienza per essere ateo. Alcuni credono che la vita sulla terra iniziò da qualche essere extraterrestre (una specie di E.T.) proveniente da altri mondi. Se così fosse, pensiero che non condivido, chi avrebbe creato quelle forme di vita? Tutto quello che fanno coloro che credono negli extraterrestri è di spostare la domanda dell’esistenza di Dio su un altro pianeta. Le probabilità che l’evoluzione di sia verificata
per caso su di un altro pianeta credo siano più o meno uguali a quelle della terra. Permettimi di condividere con te un brano di una lettera, fittizia, scritta da Dio, che riassume ciò che ho detto fin qui. “Sei cieco? Il sole sorge e tramonta senza che tu lo veda? No. Tu puoi vedere… e le centinaia di migliaia di recettori che ho messo nei tuoi occhi ti permettono di godere la magia di una foglia, di un fiocco di neve, di un lago, un’aquila, un bambino, una nuvola, una stella, una rosa, un arcobaleno… e l’amore. Considerala una benedizione. Sei sordo? Un bambino ride o piange senza che tu te ne accorga? No. Tu puoi sentire… e le ventiquattromila fibre che ho costruito in ciascuna delle tue orecchie vibrano al suono del vento tra gli alberi, delle onde sugli scogli, della maestà di un’opera lirica, del grido di una rondine, di un bambino che gioca… e delle parole ‘ti amo’. Considerala un’altra benedizione. Sei muto? Le tue labbra si muovono solo per emettere saliva? No. Tu puoi parlare… meglio di qualsiasi altra creatura, e le tue parole possono calmare la rabbia, rincuorare lo scoraggiato, spronare l’arrendevole, rallegrare l’infelice, riscaldare chi è solo, lodare chi lo merita, incoraggiare lo sconfitto, insegnare
all’ignorante… e dire ‘ti amo’. Considerala un’altra benedizione. Sei paralizzato? La tua forma inerte rovina la terra? No. Puoi muoverti. Non sei un albero condannato all’immobilit à mentre il vento e il mondo abusano di te. Puoi allungarti e correre a danzare e lavorare, perché dentro di te ho posto cinquecento muscoli, duecento ossa, e undici chilometri di fibre nervose, tutte sincronizzate da me per rispondere ai tuoi ordini. Cons iderala un’altra benedizione …Il tuo cuore è debole? Fatica e stenta a tenerti in vita? No. Il tuo cuore è forte. Tocca il tuo petto e senti il suo ritmo, il suo pulsare, ora dopo ora, giorno e notte, trentasei milioni di battiti annui, anno dopo anno; sveglio o dormiente, che pompa il sangue attraverso gli oltre 96 mila chilometri di vene, arterie e capillari… pompando più di 225 tonnellate ogni anno. L’uomo non ha mai creato una macchina simile. Considerala un’altra benedizione. Hai qualche malattia della pelle? Le persone si allontana inorridite quando ti vedono? No. La tua pelle è bella ed è una meraviglia della creazione, bisognosa solo di un po’ di sapone e crema, pulizia e cura. Col passare del tempo tutti i metalli si ossidano e arrugginiscono, ma non la tua pelle. Persino il metallo più resistente si consumerà per
l’usura, ma non quello strato che io ho costruito attorno a te. Si rinnova costantemente, le vecchie cellule sostituite da quelle nuove. Considerala un’altra benedizione. I tuoi polmoni sono ostruiti? Il soffio della vita fatica ad entrare nel tuo corpo? No. I tuoi boccaporti ti sostengono anche nell’ambiente più inquinato, ed essi lavorano sempre per filtrare l’ossigeno apportatore di vita, tramite seicento milioni di cavità, mentre liberano il nostro corpo dai residui tossici contenuti nei gas e nei fumi. Considerala un’altra benedizione. Il tuo sangue è avvelenato? È diluito con acqua o infettato dal pus? No. Nei tuoi cinque litri di sangue ci sono ventidue mila miliardi di cellule e in ogni cellula ci sono milioni di molecole, e dentro le molecole atomi che oscillano con una velocità che supera i dieci milioni di volte al secondo. Ogni secondo muoiono due milioni di cellule nel sangue per essere sostituite da altri due milioni, in una specie di resurrezione che si verifica continuamente dal momento della nascita in poi… considerala un’altra benedizione. Sei debole di mente? Non riesci più a pensare da solo? No. Il tuo cervello è la struttura più complessa dell’universo. Lo so. Nel tuo chilo e mezzo ci sono tredici miliardi di cellule nervose… Per aiutarti a catalogare ogni
percezione, ogni suono, ogni gusto, profumo, azione che hai vissuto fin dal giorno della tua nascita. Ho impiantato nelle tue cellule più di mille miliardi di miliardi di molecole proteiche. Ogni cosa accaduta nella tua vita è pronta per essere richiamata. Per assistere il tuo cervello ho disseminato su tutto il tuo corpo quattro milioni di ricettori sensibili al dolore, cinquecentomila al tatto, e più di duecentomila sensori di calore. Tu sei protetto più di quanto faccia qualsiasi nazione con le proprie riserve auree. Tu sei la mia creazione più speciale. Dentro di te c’è energia atomica sufficiente a distruggere la più grande delle metropoli del mondo… e ricost ruirla. Sei povero?… No. Sei ricco.”2 Noi siamo fatti in un modo incredibile. Permettimi di trarre un paio di conclusioni. Ogni volta che vediamo un disegno, un progetto, diamo per scontato che vi sia un disegnatore, o un progettista. Ad esempio, se un giorno, guardando in cielo, vedessi tre le nuvole la scritta ‘Pizzeria da Joe’, non direi: “Oh, che coincidenza”. Piuttosto penserei che Joe abbia pagato un pilota per mostrare la sua pubblicità in cielo. Una notte una donna accompagnò il marito nell’ospeda le psichiatrico dove lavoro. L’uomo era ubriaco fradicio, ed io gli domandai se fosse mai stato alle riunioni degli Alcolisti Anonimi. Egli rispose: “Non ci credo a tutta quella roba su Dio”, e la moglie replicò:
“Beh, dovresti!”, il marito: “Non credo nel l’esistenza di Dio.” A quel punto io non resistetti e dissi: “Credo che ci sia un metodo veloce per dimostrarle che un Dio c’è. Lo vede quel dipinto dietro di lei? Mi crederebbe se le dicessi che c’è stata un’esplosione in una fabbrica di vernici che ha spruzzato pittura ovunque e per caso si è creata quell’immagine?” L’uomo rispose negativamente, “Perché?”, gli domandai. Replicò: “È impossibile, non sarebbe potuto accadere.” Io aggiunsi: “Quindi, ogni volta che vede un disegno sa che di solito esiste anche un disegnatore, o se vede un’opera d’arte sa che di solito c’è un artista, vero?” L’uomo rispose: “Sì.” Allora io aggiunsi: “Quando vede Cindy Crawford, la famosa modella, o uno stallone arabo, una rosa, le cascate del New England, o una farfalla, le sembra che siano frutto del caso, o che ci sia un disegno, un progetto?” Rispose: “Progetto.” Ed io aggiunsi: “Allora ci deve essere un progettista, ed è Dio.” L’uomo replicò: “…mi ha incastrato.” Qualcuno potrebbe domandare: “Allora dimmi, chi ha creato Dio? ” ovviamente non sono in grado di rispondere a questa domanda, ma vorrei condividere con te qualche pensiero che potresti trovare utile. Io credo che Dio abbia rivelato (ne parleremo oltre) alcune verità su Se stesso, una di queste è che Egli è sempre esistito, e non ha né inizio né fine. (Qualcuno obbietta al
fatto che ci si riferisca a Dio chiamandolo ‘Egli’, perché mette troppa enfasi sulla mascolinità, sostengono, giustamente, che Dio abbia caratteristiche sia maschili che femminili perché ha creato entrambi i sessi: io uso il pronome maschile non per mancanza di rispetto, ma perché è culturalmente accettato, e perché sono obbligato ad usare una qualche forma pronominale). Come può Dio essere eterno? Ironicamente è grazie alla teoria della relatività di Albert Einstein che siamo in grado di rispondere alla domanda. Il tempo è relativo, non una costante. Se recentemente hai visto qualche film di fantascienza (ad es. Star Trek), probabilmente ti sarà familiare il termine ‘curva del tempo’, che indica la possibilità che le persone hanno di viaggiare in avanti o indietro nel tempo. (Per quanto ne sappiamo, tuttavia, il tempo è relativo, e scorre sempre in avanti. Non si può tornare indietro.) Secondo la teoria di Einstein quando un oggetto si avvicina alla velocità della luce, il tempo rallenta. Presumibilmente se un oggetto, o un essere, potesse eguagliare o superare la velocità della luce, il tempo, per come lo conosciamo noi, cesserebbe. Se ci fosse un Essere (Dio), che vive nel mondo della luce, non vivrebbe dentro la dimensione temporale, sarebbe il tempo ad esistere all’interno di Dio; scientificamente un Dio eterno potrebbe esistere.
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