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NEI MERCATI INTERPRETARE IL CAOS

Nel linguaggio comune, il termine caos è spesso associato a confusione, instabilità e imprevedibilità, caratteristiche che descrivono bene certe fasi dei mercati finanziari. Crisi, bolle speculative o periodi di forte volatilità ne sono esempi concreti, spesso scatenati da eventi esogeni difficili da anticipare. FINANZIARI La pandemia da COVID-19 è uno di questi: imprevedibile ai più, ha provocato una reazione violenta dei mercati, con crolli storici e picchi di volatilità in tempi brevissimi. Anche la crisi del 2008, avviata dal crollo dei mutui subprime, ha mostrato la complessità della rete finanziaria e come piccoli squilibri possano diffondersi rapidamente su scala globale. Interpretare queste dinamiche dal punto di vista matematico richiede approcci sempre più raffinati: Black-Scholes e CAPM sono stati rimpiazzati da modelli più sofisticati, capaci di cogliere meglio le turbolenze dei mercati reali. Ad esempio, le discontinuità improvvise nei prezzi, ignorate dai modelli gaussiani, sono ben spiegate dai processi di Lévy; il moto browniano frazionario, che introduce memoria nel sistema, è utile per rappresentare mercati con volatilità persistente; i processi di Hawkes, invece, descrivono eventi catastrofici a cascata come le crisi sistemiche. Inoltre, oggi, la grande disponibilità di dati e di potenza computazionale e l’intelligenza artificiale ci forniscono strumenti efficaci per capire il comportamento dei mercati. Non riusciremo a eliminare il caos ma possiamo imparare a leggerlo meglio.

di Katia Colaneri *

Fonti

*Professoressa associata di Metodi matematici dell’economia e delle scienze attuariali e finanziarie katia.colaneri@uniroma2.it

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