NESSUN LIMITE ALLA PRESENZA (ANCHE A DISTANZA)
di Federica Trovalusci, Angela Spinelli*
Nel panorama attuale, la capillare e pervasiva diffusione delle tecnologie digitali ha prodotto cambiamenti così profondi che è stato sorprendente, in fase pandemica, tornare ad utilizzare locuzioni come “didattica a distanza” per identificare processi, prodotti, attività che quasi nulla avevano a che fare con i primi assetti didattici, legati agli albori analogici delle scuole per corrispondenza. I media digitali, infatti, introducono cambiamenti radicali che investono la dimensione sociale, economica, produttiva e culturale, nonché i processi di apprendimento.
A cosa ci riferiamo quando diciamo “presenza” in un contesto di apprendimento? In una relazione formativa quante volte ci è capitato di percepire assente un docente fisicamente presente?
interazioni significative per l’apprendimento e per la crescita individuale e sociale; nella sua capacità di curare le relazioni con e tra studenti e studentesse. Assunto il ruolo centrale dell’insegnante come primo mediatore, oggi siamo però di fronte all’emergere di un universo mediale profondamente rinnovato e che influisce sui processi di apprendimento.
Ecco, gli elementi che caratterizzano la presenza didattica sono più fenomenologici che fisici: un docente può “essere” nella relazione educativa anche quando il suo impegno didattico si svolge a distanza, online, nel contesto mediale digitale. Il cuore della sua presenza formativa è la capacità di sollecitare e sostenere
*Professoressa associata di Tecnologie e sistemi di lavorazione - federica.trovalusci@uniroma2.it Ricercatrice in Didattica generale - angela.spinelli@uniroma2.it
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