In alcuni casi, infatti, il reporting degli SDG potrebbe essere usato in modo simbolico, principalmente orientato a soddisfare le aspettative degli stakeholder piuttosto che a promuovere un reale impegno verso la sostenibilità. Questo fenomeno, noto come SDG washing, rappresenta un rischio per l’integrità dell’Agenda 2030, compromettendo il progresso effettivo verso gli obiettivi dichiarati. Al contrario, un approccio sostanziale prevede l’integrazione della sostenibilità nel modello di business aziendale, con un cambiamento concreto e duraturo nelle pratiche gestionali e operative. Identificare e distinguere questi due approcci è fondamentale per garantire che il reporting sugli SDG contribuisca effettivamente agli obiettivi dell’Agenda 2030. Il gruppo di Ingegneria gestionale del nostro ateneo, in collaborazione con ricercatori della Technical University of Denmark e della Universidad Politécnica de Madrid, ha investigato questo fenomeno su un campione di 376 aziende di
differenti dimensioni e appartenenti a diversi settori e paesi. Il nostro studio parte dal presupposto che l’approccio simbolico alla rendicontazione degli SDG, assimilabile a una forma di greenwashing, si manifesti spesso con la pubblicazione di report ampi e articolati, ricchi di indicatori che vengono presentati con uno scarso livello di dettaglio . Lo studio ha analizzato i report aziendali delle 376 imprese attraverso due indicatori creati per valutare la completezza e l’accuratezza delle informazioni rendicontate sugli SDG.
I risultati mostrano che molte aziende adottano un approccio simbolico , che fa dubitare del loro reale contributo agli SDG. In conclusione, questo studio evidenzia la necessità di un’analisi critica e analitica delle pratiche di reporting per distinguere tra rendicontazione simbolica e sostanziale, contribuendo a una maggiore trasparenza e fiducia tra le aziende e i loro stakeholder.
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