Club Milano34

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roberto perrone Giornalista e scrittore dalle radici “zeneisi” si è occupato di sport, enogastronomia e viaggi al Corriere della Sera. Ora è freelance. Il suo sito è perrisbite.it. Il suo ultimo libro è Manuale del Viaggiatore Goloso (Mondadori): guida da leggere e consultare per mangiare e bere bene.

«Non so se tutti hanno capito ottobre la tua grande bellezza / nei tini grassi come pance piene prepari mosto e ebbrezza» (Francesco Guccini, Canzone dei 12 mesi). È strano come la stagione dove tutto si riavvia, la stagione del vino, motore della vita e della socialità, della ripresa di tutte le attività, dal lavoro alla scuola, venga pensata e vissuta come una stagione crepuscolare, come l’inizio di una parabola discendente. Massimo Montanari storico e docente, tra le altre materie, di Storia dell’Alimentazione sottolinea che «la vendemmia, dal Medioevo a oggi, è anche un momento fondamentale di coesione del mondo contadino, di festa». La ven- demmia c’è già stata, ma questa è la stagione del vino, che comincia a maturare, per le nostre ebbrezze. Forse allegrie sarebbe meglio. Perché allora consideriamo l’autunno come qualcosa di negativo, qualcosa di privante? Mentre scrivo sento l’aria più fresca (o comunque sento l’aria, perché fino a pochi giorni fa non c’era, né fredda, né calda) che entra dalla mia finestra. Forse è questo, forse sono le foglie morte che si accumulano nei viali, i colori che si fanno più scuri, la gente intristita perché le vacanze sono finite, quelle al sole, quelle che pretendono vestiti leggeri, costumi da bagno, pedule e zaini, per il mare o per i monti. Per molti l’autunno è la stagione del ritorno alla routine. Ma quindi il problema non è la stagione, è considerare gran parte della nostra vita una routine, non amare quello che si fa, per una ragione o per l’altra. Allora l’autunno non è una stagione crepuscolare, decadente per se stessa, ma per come la viviamo. L’autunno è stagione bellissima, è l’atteggiamento con cui si affrontano i momenti della vita a farcelo comprendere oppure no. L’autunno è un passaggio entusiasmante, a me ha sempre affascinato il senso della ripartenza, la città che si riempie, la gente che ritorna ad affollare le strade, il riprendere la propria vita. Non ho mai vissuto l’autunno come un mo- mento periferico, anzi. L’ho sempre associato a una strada che attraversa una cam- pagna dove i colori dominanti sono il rosso, l’ocra, il giallo, il marrone e il viaggio è il senso del tutto. Sotto questo aspetto, Milano sta vivendo un grande autunno, la città vibra. Negli ultimi due anni è cambiata e sta cambiando ancora, sotto i nostri occhi. E d’autunno la ripartenza della metropoli è ancora più evidente. Posti nuovi, case nuove, insegne nuove, iniziative nuove. Tutto riprende e si rinnova. Ho appena finito di leggere un’intervista a Cristiana Capotondi, romana diventata milanese per amore. All’inizio sentiva nostalgia di Roma, poi Milano l’ha travolta. Milano è così, scrosti la sua patina di grigio e di riservatezza e scopri una città che sa accoglierti e stimolarti. Basta solo star lontani dal suo lato isterico. Ma questo vale per qualsiasi stagione e per qualsiasi posto. Autumn in Milan

Roberto Perrone

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