Club Milano34

interview

Milanese quasi doc, «unico ascendente fuori mappa la nonna paterna, di Ma- cerata», Nicola Fasani detto Faso (nella vita e sul palco degli Elio e Le Storie Tese, di cui è da sempre il bassista e il coautore di tante hit) ha una conoscen- za invidiabile del territorio metropoli- tano, che percorre in Vespa da quando aveva sedici anni. Quali sono le tue zone di riferimento, quelle che sai a memoria? Sono fondamentalmente tre. I dintorni di piazza Carbonari, vicino alla Mag- giolina, dove sono cresciuto: è stata la mia arena da bicicletta, quando dodi- cenne partivo in esplorazioni che arri- vavano fino al Parco di Monza. I miei mitici negozi di dischi e giocattoli han- no lasciato il posto ad abbigliamento e telefonia… Poi zona viale Washington, dove ho “impiantato” la mia prima casa da single , e infine Porta Romana, dove sono approdato già grandicello e papà. Ma non posso certo trascurare i 28 anni passati a frequentare il Parco Forlanini, ovvero il centro sportivo Saini, dove c’è uno storico campo da baseball oggi ben gestito da Ares Milano, la società di cui sono presidente e per la quale, dopo un quarto di secolo di militanza attiva, al- leno i ragazzi ogni volta che posso. E per loro, ma non solo, ho anche messo in campo un bel progettone. Di cosa si tratta? Si chiamerà Hit Single Arena e nasce da una constatazione: il Saini è il più bel centro sportivo della città perché è immerso nel verde e può ospitare mol- tissime discipline, ma potrebbe essere molto di più per quelli che cercano di praticare un’attività sportiva, quel- li che amano stare all’aperto e quelli che vogliono svagarsi un po’. L’idea mi

è venuta attraversando ogni volta, per raggiungere il nostro campo, l’ex pista da hockey con anello per il pattinaggio che giace nel più completo abbandono da quando, vent’anni fa, si ruppe il “fri- goriferone” che produceva il ghiaccio. Quale sarebbe il nesso? Lo spreco: mi son detto che invece sa- rebbe bellissimo farci un campus per i bambini, ma anche un’area per eventi e concerti, un cinema all’aperto e, siste- mando un edificio esistente, un nuovo spazio multifunzione: di giorno bar su- per salutare con le spremute di frutta fresca, dove si possa mangiare e bere qualcosa a prezzi accessibili (esatta- mente l’opposto dell’andazzo milane- se), di sera pub per fare musica dal vivo. Con al piano inferiore almeno due sale prova dove a turno i ragazzi possano suonare a una tariffa innovativa: gratis, salvo particolari esigenze di orario. Agli adulti vorremmo dare la possibilità di sperimentare forme di divertimento sportivo. Del tipo batting cage , il tunnel protetto dove senza rischi puoi provare una battuta, parliamo sempre di base- ball… Complimenti per l’idea, ma a che pun- to siete? In una fase avanzata. L’area è stata data in concessione alla federazione base- ball, che ha incaricato il sottoscritto di fare un piano. Abbiamo già fatto analiz- zare il terreno e l’amico “architetto-ba- seballista” Francesco Baldi ha disegnato il progetto che ha il sostegno dell’as- sessorato allo sport del Comune ed è piaciuto anche in Regione. Tra l’altro il tutto accadrebbe in un’area servita e senza problemi di coprifuoco acustico. Cosa manca per partire? Partner privati. Per le aziende sarebbe

una grande opportunità: con il costo di uno striscione a San Siro presidierebbe- ro il posto per 18 anni… Siamo anche vicino all’aeroporto di Linate: si po- trebbero concepire pubblicità orizzon- tali sul tetto visibili dagli aerei. Il mio sogno è quello di inaugurare almeno una parte di Hit Single Arena entro la prossima primavera. Musica e sport nel tuo caso hanno vo- luto dire basso & baseball. Cosa rap- presentano l’uno e l’altro? Beh, il basso è lo strumento dietro al quale, o con addosso il quale, ho percor- so tutto il mio cammino nella musica. Oggi mi rendo conto che per comporre non è l’ideale e quando sono al compu- ter preferisco scrivere tracce per tutti gli strumenti tranne che per il mio. Una curiosità: da mancino lo suono come se non lo fossi e anche quando mi metto alla batteria, che uso discretamente, la configurazione è quella dei destri, ma con le mani aperte anziché incrocia- te. Una cosa che fa sempre impazzire Christian Meyer, il batterista ufficiale. Il baseball è una passione complementare perché, in quanto sport considerato mi- nore, mi ha regalato quella dimensione agonistica che la musica, per fortuna, non ha. La prossima sfida di gruppo? La nostra prima, vera tournée all’este- ro come EELST, se si escludono i con- certi americani del ’98, in cui, ahimè, avevamo deciso di tradurre in inglese le nostre canzoni. Ora sappiamo che gli stranieri non disdegnano di ascoltarle in lingua originale. Abbiamo incontra- to il manager giusto et voilà , un paio di settimane già programmate tra marzo e aprile 2017: Londra, Bruxelles, Parigi… Mica bruscolini!

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