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III. D. Wilfred R. Bion Mentre la Klein ha esteso il concetto di freudiano di conflitto per includere le relazioni oggettuali sia interne che esterne, Bion (1955) ha esteso la teoria del conflitto all’interno dell’area delle funzioni mentali. Nel suo primo periodo, Bion (1957) ha teorizzato un intrinseco conflitto tra le parti sane e psicotiche della mente , basate rispettivamente sugli istinti di vita e gli istinti di morte. La parte psicotica della mente si rifiuta di riconoscere la realtà, sia quella esterna ch, e maggiormente, quella interna. Dove la Klein ipotizzò che la mente gestisca il conflitto ricorrendo alla scissione, Bion (1959) fece riferimento ad un meccanismo più primitivo e distruttivo, che chiamò “attacco al legame”. Attaccare il legame tra due oggetti, o due parti della mente, è un modalità psicotica di gestire il conflitto, eliminando ogni connessione che pone due oggetti separati in contatto l’uno con l’altro. La teoria di Bion è basata sulla sua concezione di conflitto primario. Come egli sostiene: “Il problema è la risoluzione del conflitto tra narcisismo e societarismo” (Bion (1962), 1970, p.181) che è una riaffermazione della tensione ipotizzata da Freud tra relazioni d’oggetto narcisistiche e scelta oggettuale sana, e anche della distinzione della Klein tra la posizione schizo-paranoide e la posizione depressiva. Il conflitto implicito che genera gli attacchi ai legami è il conflitto tra fusione e separatezza. Questa idea ha portato Bion (1963) a modificare il concetto di Complesso Edipico. Per Bion esso non evoca primariamente un conflitto tra desideri sessuali e desideri omicidi, tra Laio ed Edipo per esempio, ma tra il ricercare la verità e l’ignorare la realtà, tra Tiresia- l’indovino cieco che conosceva la verità- e Edipo. Bion teorizza ulteriormente questo conflitto negli scritti “Apprendere dall’Esperienza” (1962) e “Gli Elementi della Psicoanalisi” (1963), dove sostiene che sono tre i tipi di legame che si possono fare con un oggetto: L (love/amore), H (hate/odio), e K (Knowing/conoscenza). L e H sono gli aspetti tradizionali del Complesso Edipico; K rappresenta la teorizzazione originale aggiunta da Bion. Egli qui concettualizza un mondo di anti-legami dominato dal fondamentale conflitto delle funzioni mentali tra K e –K, tra il desiderio di formare legami e di conoscere e il desiderio di attaccare il legame e non sapere, rispettivamente correlati agli istinti di vita e a quelli di morte. Bion amplia il pensiero di Freud e Klein trasponendo i conflitti istintuali in analoghi conflitti mentali tra K e -K. Lo si può osservare nell’articolo del 1955, “The Language of the Schizophrenic” (“Il linguaggio e lo schizofrenico”), dove Bion reinterpreta il Complesso di Castrazione di Freud- la paura della perdita dei propri genitali- come avvenisse anch’esso nell’Io, dove, secondo la prospettiva illustrata in “Apprendere dall’Esperienza” e “Gli elementi della Psicoanalisi”, la castrazione delle funzioni mentali dell’Io connesse con il pensiero è effettuata da -K. Nell’evolversi del pensiero di Bion, il conflitto tra K e -K si espande nella categoria più ampia di verità contro menzogna e si collega con il concetto bioniano di esperienza (Bion, 1959, 1962b). L’esperienza è crogiolo di verità in termini dell’abilità o capacità di ciascuno di vivere, assumere e tollerare la propria esperienza. La ragione, per Bion, non è la verità; lo è l’esperienza, o meglio la propria esperienza emotiva. In una prima fase del suo lavoro Bion si focalizzò sullo sviluppo nell’individuo della capacità di pensare la propria esperienza emotiva; più tardi, diresse la sua attenzione sulla capacità di avere un’esperienza emotiva, o, per usare
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