Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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forza essere noto alla coscienza, si avanza in effetti una pretesa insostenibile (corsivo nel testo)” (1915 c, p. 50). “Freud non si stancò mai di insistere sugli argomenti a sostegno di questa affermazione e di combattere le obiezioni avanzate da più parti.” (Strachey, in: Freud. 1915 c. p 7). Freud usò per la prima volta, in una pubblicazione, il termine “inconscio” nel 1893 in “Studi sull’Isteria” (Freud, 1893), e proprio l’ultimo, incompiuto scritto teorico del 1938, intitolato “Alcune lezioni elementari di psicoanalisi” (Freud, 1938), è una autentica rivendicazione del termine. Riassumendo, ampliando e aggiornando recenti dizionari regionali (Akhtar, 2009; Auchincloss, 2012; Laplanche & Pontalis, 1967/1973, it. 2006; Borensztejn, 2014), si possono formulare le seguenti definizioni di Inconscio: Lungo l’evoluzione della teoria psicoanalitica, il concetto di Inconscio è stato usato principalmente nelle seguenti accezioni: l’ Inconscio Dinamico , che si riferisce principalmente al materiale attivamente rimosso, inaccessibile alla coscienza e in senso ampio si riferisce a tutti i contenuti che sono attivamente tenuti lontani dalla consapevolezza e che esercitano una pressione nella direzione della coscienza; il Sistema Inconscio , che si riferisce ad un aspetto della mente che opera esclusivamente in accordo al principio di ‘piacere-dispiacere’ e al ‘processo di pensiero primario’, governato dalla ‘logica inconscia’; l’ Inconscio Descrittivo , anche chiamato preconscio, che si riferisce semplicemente al fatto che un contenuto mentale non è al momento cosciente. I contenuti dell’Inconscio includono gli istinti (pulsioni) e le rappresentazioni pulsionali, il materiale accumulato a causa della ‘rimozione originaria’, i contenuti spinti sotto dalla forza della rimozione, e schemi filogenetici che organizzano le ‘fantasie primitive’. L’ Inconscio come qualità , in forma di aggettivo, appare nella Teoria Strutturale/Seconda Topica che è costituita da Es, Io e SuperIo. Qui, l’Es (ES=it) è completamente inconscio, ma anche parti dell’Io (Ich=I) e del SuperIo (ÜBER ICH= Ideale dell’Io, principi morali interiorizzati) sono altrettanto inconsci. Sia nell’opera freudiana che in molti modelli post-freudiani e nella psicoanalisi contemporanea, la forma aggettivata si ritrova anche in concetti ausiliari quali processi inconsci e funzionamento inconscio, relazioni oggettuali inconsce, conflitti inconsci, fantasie inconsce, funzionamento inconscio dell’Io, comunicazione inconscia, logica inconscia, inconscio amenziale, e il ‘vero’ (indecifrabile) inconscio. Cronologicamente , l’opera di Freud può essere divisa nei seguenti periodi di tempo: La Scoperta dell’Inconscio Dinamico , che copre gli anni 1893-1900 fino alla pubblicazione di L’Interpretazione dei Sogni ; la fase successiva tra il 1900 e il 1923, che può essere intitolato sia Il Sistema Inconscio o L’Inconscio Topografico . Infine, nel periodo successivo al 1923, che ha fatto seguito alla pubblicazione di L’Io e L’Es , troviamo Il Modello di Inconscio Strutturale della Mente o Seconda Topica . Poiché la costruzione della teoria Freudiana non è stata lineare ed è stata contrassegnata da una crescente complessità, tutti questi concetti necessariamente si sovrappongono.

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