Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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III. B . L'inconscio nella teoria "Britannica"delle relazioni oggettuali (Klein, Bion, Winnicott)

La teoria delle relazioni oggettuali è il massimo sviluppo post-freudiano concepito in Inghilterra e in Francia. Questa teoria propone una concezione dell'inconscio non più fondata sul modello energetico freudiano, relativamente solipsistico, delle pulsioni e del processo di rimozione, ma su un modello relazionale della mente. I vari concetti teorici che derivano dalla scuola delle relazioni oggettuali descrivono un inconscio come sistema che si sviluppa e prende forma all'interno di una relazione. La teoria delle relazioni oggettuali si focalizza sul ruolo dell'oggetto considerato come il prodotto dell'internalizzazione delle esperienze relazionali che l'individuo ha avuto a partire dagli stadi precoci della sua vita. Secondo questa prospettiva, esiste un punto di incontro tra i domini dell'intrapsichico e dell'intersoggettivo , gli eventi relazionali e le funzioni mentali inconsce. La dotazione pulsionale innata del bambino viene pertanto conformata dalle interazioni con l'ambiente, che a loro volta sono colorate e rimodellate dai processi psichici inconsci. Benché sia rimasto praticamente sconosciuto durante la sua vita, "l'uomo che ha riunificato (un-split n.d.t.) l'atomo psichico" (Malberg & Raphael-Leff, 2014) W.R.D. Fairbairn (1952) è ampiamente considerato uno dei primi innovatori teorici di quest'area. Meglio conosciuto e più influente è stato, per vari decenni, il lavoro di Melanie Klein, che si pone a cavallo tra una prospettiva puramente intrapsichica ed una intersoggettiva. L'inconscio per la Klein è caratterizzato dai meccanismi di difesa dell'infante che è spinto a liberarsi liberarsi da parti del sé sadiche o oppresse dall’ansia - dominate dalla pulsione di morte - attraverso processi inconsci di scissione e identificazione proiettiva . A queste si aggiungono difese di negazione e idealizzazione. Il concetto di inconscio come prodotto della rimozione primaria, proposto da Freud, non si attaglia all'idea dell'inconscio Kleiniano (Mancia 2007). Nella teoria kleiniana, la vita interiore dell'individuo è fondata sulle fantasie inconsce ed è governata dalle posizioni schizo-paranoide e depressiva (PSP-DP) (Klein, 1953). Queste sono modalità di funzionamento intrapsichico che si riferiscono al modo in cui una persona si rapporta con i suoi oggetti interni e che influenzano profondamente il modo di relazionarsi alle persone nel mondo esterno. Nel modello teorico di Bion, il concetto originario kleiniano di identificazione proiettiva si è orientato maggiormente su di un versante relazionale, e si è evoluto in una particolare forma di comunicazione e in una richiesta inconscia di contenimento e rêverie. Nel funzionamento mentale inconscio della funzione alfa, descritto da Bion (1962, 1965), si può notare come l'inconscio si sviluppi all'interno di un contesto relazionale: la mente conscia e inconscia del bambino si strutturano attraverso la funzione di rêverie materna, un elemento cruciale nell'organizzazione della vita inconscia dell'infante. Prima dell'emergere della rimozione, l'inconscio prende forma tramite una facilitazione trasformativa, ad opera della mente del genitore, delle esperienze sensoriali ed emozionali che raggiungono il bambino nell’ambito delle relazioni primarie. Tutte le regioni e le culture psicoanalitiche sono state influenzate dal fondamentale concetto kleiniano di 'unconscious phantasy ' (fantasia inconscia) . La grafia inglese con il ph, al posto della f, sottolinea ulteriormente che questo termine si riferisce ad una forma basica

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