Dizionario Enciclopedico di Psicoanalisi dell'IPA

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della struttura psichica, con uno specifico contenuto ideativo, piuttosto che semplicemente alla trama di un desiderio elaborato, basato su un derivato pulsionale o su un sogno diurno. La base teorica per una visione della mente organizzata attraverso e intorno a questi elementi costruttivi di base della struttura psichica proviene dall'affermazione di Melanie Klein secondo la quale la conoscenza o almeno un preannuncio (Intimation di W. Wordsworth, N di T.) di un oggetto, come meta o fonte di soddisfazione, sono parte integrante delle pulsioni. In contrasto alla teoria freudiana, dove la pulsione è presente nella psiche attraverso i suoi derivati e l'oggetto deve essere "trovato" per essere inserito nell'equazione inconscia, per la Klein, l'oggetto della pulsione è lì ab initio, innato e congenito. Insieme all'oggetto si trova anche un senso innato del sé come soggetto - desiderante- indipendentemente da quanto esso sia parziale, vago o primitivo, cosicché il nucleo di base di "Io che desidero qualcosa da te o io che faccio qualcosa a te" (come oggetto parziale o totale) deve essere considerata presente fin dall'inizio dell'attività psichica. Il concetto freudiano di "barriera di contatto" fu esteso da Bion, che lo riprese dal "Progetto di una psicologia" (Freud 1895), e propose una nuova via per la sua concettualizzazione. In termini freudiani la rimozione era considerata come una barriera che difendeva il sistema conscio da quello inconscio. Bion teorizzò il contrario: "la rimozione difendeva ugualmente il sistema Inc. dagli stimoli sensoriali originati nel sistema C." (Grotstein, 2008, p 201). La barriera di contatto divide e unisce allo stesso tempo i fenomeni mentali consci e inconsci: grazie alla sua permeabilità selettiva si rende possibile un interscambio tra Inc. e C. La permeabilità selettiva della barriera di contatto tra conscio e inconscio è creata e rinforzata dalla funzione alfa, attraverso la quale, dati sensoriali grezzi (elementi beta) vengono trasformati in elementi alfa che possono essere usati per pensare e per sognare. La funzione alfa include sia il processo primario che quello secondario e funziona sia sia per il sistema Inc. che per quello C. (Grotstein, 2004b, 2007). Secondo il pensiero di Bion nell’ambito della funzione alfa sono inclusi sia il principio di piacere che quello di realtà: non sono considerati due principi separati, come teorizzò Freud (1911 b), ma sono visti congiunti come opposizioni binarie in entrambi i sistemi e normalmente funzionanti in modo cooperante (Bion, 1962, 1963, 1965). Dal concetto di barriera di contatto nasce quello di " visone binoculare": un'abilità basata sulla doppia focalizzazione che favorisce la cooperazione tra le funzioni mentali consce e inconsce (Reiner, 2012). Bion si riferisce a questo quando scrive: "abbiamo necessità di una forma di visione binoculare mentale - un occhio cieco [al mondo sensoriale], l'altro con una vista sufficientemente buona" (Bion 1975, p.63). La visione binoculare dà profondità e risonanza all'esperienza ed è vista da Grotstein (1978) come un “doppio binario” che consente la comprensione dei fenomeni che avvengono durante l'analisi. " I sistemi C e Inc. possono essere considerati “..come due occhi, o due emisferi cerebrali, di cui ciascuno è recettivo- dal proprio punto di osservazione/ vertice- all’intersezione con O in costante evoluzione” (Grotstein 2004a, p.103). Questa visone binoculare consente all'analista di porre attenzione e tentare di comprendere quello che vede da una doppia prospettiva reversibile: una conscia ed

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